Ho lasciato il mio sogno
su quel convoglio ad aspettare,
ultima carrozza cigolante
là dove il mio silenzio
possa perdutamente risuonare,
avevo disegnato un d'oro
petali ondulati, versi di
racemi vermigli sussurrati,
bacche di sambico senza tempo,
profondi solchi il guarnire
verdeggiante meta senza fine,
sormontare in ogni campo
sottile linea il confine,
sovrasta l'ombroso umore,
vecchia locomotiva a trazione,
magicamente urlare verso
tragitto al ponderato cuore
l'illusione.
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lo preso prima che deraglia lungomare, non sapendo quante ambrate stelle potrò contare, giro e mi rigiro
anche s'è... quella profonda ruga in vellutata pelle aspetta me.