Stasera ti scosti, forse non hai molta voglia,
ripensi al coraggio di chi adesso si spoglia.
Ripensi alle stanze che vanno a gonfie vele,
ti domandi se solo lì si distragga il male.
Quello che hai adesso non domanderò,
forse meglio che ti lasci un po' stare;
il silenzio è l'unica certezza che ho,
era l'ultima offerta di poterti toccare.
Si spengono le luci senza soluzione,
ognuno è da solo dalla stessa parte.
Le tende si muovono al ritmo del tuo tremore,
gelide feritoie sbattono le porte.
So lo sbadiglio del vento in una piazza pulita,
i pochi abitanti di uno sgabuzzino chiuso;
non vuoi più guardare una gonna sgualcita,
chi butta mai i simboli di un abuso?
Ti senti un mostro se hai provato piacere,
ma il piacere è un bandito senza comando.
Ride fra le perle rubate a alle signore,
naviga in putridi mari cantando.
Ti rannicchi per custodire ciò che è rimasto,
dimmi se fa freddo senza corazza,
il giorno forse tornerà presto,
l'alba uscirà di casa come una pazza.
Stasera ti sposti, piangi in dormiveglia,
ci pensi che il mostro ha pure famiglia?
Ci pensi alle danze di mosche nelle ragnatele?
Ti domandi se erano danze o il destino fatale.
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