Fisso il mio computer,
ho voglia di scriverti una mail,
dai contenuti molto speciali,
ma come cominciare proprio no so.
Tante le parole tra le pagine del cuore,
cerco ma invano, incapace
di rinvenir quelle più consoni.
Parigi sorella mia cara
son io, Roma che ti scrive,
ogni mio dir, seppur sgorga dal cuore,
lo so per certo, tutto sarà scontato,
bruciano ancor le tue ferite aperte,
provocano fitte all’anima,
attanagliata tutta in una morsa,
e gli occhi tuoi ancor piangono,
la luce spenta di quelle stelle brillarelle.
Anch’io ho in petto la paura,
minacciata dagli attacchi..
Tu hai dimostrato tanto coraggio,
tanta forza, e il mio dire, credimi,
non son parole di mera cortesia.
Sei forte, ricca di straordinarie bellezze,
proprio quanto lo son io, anime gemelle noi,
entrambi ricche di storia, arte e cultura,
è la gente che lo dice, venendoci a trovare,
per questo mai restiamo sole,
circondate sempre ci troviamo di chi,
in immagini perenni ci immortala.
Certo, so bene che non valgono ricchezze,
castelli o antichi monumenti a risanar,
se vivi nello strazio della morte,
alla pari di una madre che ancor
piange quel figliuolo appena perso.
Che sciocca, in questi frangenti
parlar di incantevoli bellezze,
di Torre, Arco, Gioconda o Campi Elisi,
non serve alcun bene materiale
a far rifiorir in volto un caldo sorriso…
Mi scorderei anch’io della Fontana,
Fori, Piazze, Colosseo e storia antica,
di sicuro mi sentirei proprio come te…
Amica mia, sai, ho tanto riflettuto,
c’è qualcuno forse che aiutare ci potrà.
Come ben sai, al centro di me stessa,
c’è tutto un mondo a sé,
e se pur fondato nel cuore del mio cuore,
non è soltanto mio, ma dell’intera umanità.
Lì ci abita Francesco,
anch’Egli non vive un bel momento,
come noi, sta nel medesimo mirino
e sarebbe un colpo d’eco davvero mondiale
attentare alla Sua vita e al Vaticano.
Uniamoci a Lui nelle preghiere,
Egli è il Papa della povertà,
è umile di cuore, in bocca ha la bontà
e semi di pace ovunque sparge, senza distinzione.
Venitelo a trovare, manda i figli tuoi,
le Sue Porte son sempre aperte alla Misericordia.
Seppur non avrà in mano la magica bacchetta,
di certo parlar al cuore lui saprà e di sicuro
con più speranza dentro, a casa ognuno tornerà.
Io t’aspetterò se verrai, son sempre qui
e ci recheremo assieme, quali devoti pellegrini.
Tua sorella e amica Roma.
ho voglia di scriverti una mail,
dai contenuti molto speciali,
ma come cominciare proprio no so.
Tante le parole tra le pagine del cuore,
cerco ma invano, incapace
di rinvenir quelle più consoni.
Parigi sorella mia cara
son io, Roma che ti scrive,
ogni mio dir, seppur sgorga dal cuore,
lo so per certo, tutto sarà scontato,
bruciano ancor le tue ferite aperte,
provocano fitte all’anima,
attanagliata tutta in una morsa,
e gli occhi tuoi ancor piangono,
la luce spenta di quelle stelle brillarelle.
Anch’io ho in petto la paura,
minacciata dagli attacchi..
Tu hai dimostrato tanto coraggio,
tanta forza, e il mio dire, credimi,
non son parole di mera cortesia.
Sei forte, ricca di straordinarie bellezze,
proprio quanto lo son io, anime gemelle noi,
entrambi ricche di storia, arte e cultura,
è la gente che lo dice, venendoci a trovare,
per questo mai restiamo sole,
circondate sempre ci troviamo di chi,
in immagini perenni ci immortala.
Certo, so bene che non valgono ricchezze,
castelli o antichi monumenti a risanar,
se vivi nello strazio della morte,
alla pari di una madre che ancor
piange quel figliuolo appena perso.
Che sciocca, in questi frangenti
parlar di incantevoli bellezze,
di Torre, Arco, Gioconda o Campi Elisi,
non serve alcun bene materiale
a far rifiorir in volto un caldo sorriso…
Mi scorderei anch’io della Fontana,
Fori, Piazze, Colosseo e storia antica,
di sicuro mi sentirei proprio come te…
Amica mia, sai, ho tanto riflettuto,
c’è qualcuno forse che aiutare ci potrà.
Come ben sai, al centro di me stessa,
c’è tutto un mondo a sé,
e se pur fondato nel cuore del mio cuore,
non è soltanto mio, ma dell’intera umanità.
Lì ci abita Francesco,
anch’Egli non vive un bel momento,
come noi, sta nel medesimo mirino
e sarebbe un colpo d’eco davvero mondiale
attentare alla Sua vita e al Vaticano.
Uniamoci a Lui nelle preghiere,
Egli è il Papa della povertà,
è umile di cuore, in bocca ha la bontà
e semi di pace ovunque sparge, senza distinzione.
Venitelo a trovare, manda i figli tuoi,
le Sue Porte son sempre aperte alla Misericordia.
Seppur non avrà in mano la magica bacchetta,
di certo parlar al cuore lui saprà e di sicuro
con più speranza dentro, a casa ognuno tornerà.
Io t’aspetterò se verrai, son sempre qui
e ci recheremo assieme, quali devoti pellegrini.
Tua sorella e amica Roma.
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