Denudai il dolore spogliando il cuore
dai finti ritornelli tanto cari al suo pudore
allevato con cura e protetto dalla vista
divenendo contadino di terra vergine incolta
relegando tra le negate balze chiuse a raggiera
i ricuciti miasmi di vomito avvallati dentro
forati dal gioco solito e violento dell’insolito.
Accorse per talento fino a prosciugar il falso
l’Ipocondria dell’arte allevata pian piano per pigrizia
e nulla ecco il nulla dal nulla al nulla irruppe
tacitando le maniere accorte e false
del guardone e ladro tornitore
fino allo scurire delle imposte in cielo
per imitare limitando i limiti dell’altro al mio verso
e dal mio all’altro senza essersi per questo perso.
Dipinsi allora ingenuamente i modi nella confusione
per il gusto d’accecare l’intruso al contrabbando creato
e malmenai così tanto la bugia che si ribellò
dichiarando la verità per non aver commesso il fatto.
dai finti ritornelli tanto cari al suo pudore
allevato con cura e protetto dalla vista
divenendo contadino di terra vergine incolta
relegando tra le negate balze chiuse a raggiera
i ricuciti miasmi di vomito avvallati dentro
forati dal gioco solito e violento dell’insolito.
Accorse per talento fino a prosciugar il falso
l’Ipocondria dell’arte allevata pian piano per pigrizia
e nulla ecco il nulla dal nulla al nulla irruppe
tacitando le maniere accorte e false
del guardone e ladro tornitore
fino allo scurire delle imposte in cielo
per imitare limitando i limiti dell’altro al mio verso
e dal mio all’altro senza essersi per questo perso.
Dipinsi allora ingenuamente i modi nella confusione
per il gusto d’accecare l’intruso al contrabbando creato
e malmenai così tanto la bugia che si ribellò
dichiarando la verità per non aver commesso il fatto.
Commenti
Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.
E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.
E così sui binari in tondo
gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.
***
Questo
Dicon che fingo o mento
quanto io scrivo. No:
semplicemente sento
con l'immaginazione,
non uso il sentimento.
Quanto traverso o sogno,
quanto finisce o manco
è come una terrazza
che dà su un'altra cosa.
É questa cosa che è bella.
Così, scrivo in mezzo
a quanto vicino non è:
libero dal mio laccio,
sincero di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge.