Non mi spaventa la tristezza dei salici
o la pioggia che scende esile a marzo
lasciando scivolare giù verso gli occhi
e sul cuore addolorato miseri tormenti
non mi spaventa il sapore di salsedine
che sulla pelle sa di effimera incertezza
e fa piegare le ginocchia in preghiere
che mai saranno udite dall'astuta morte
mi spaventa la notte col suo nero cielo
che avvolge e distrugge tutti i pensieri
derubando le parole smarrite nel vento
e lacerando i petali alle rose sbocciate
mi spaventa il vuoto della solitudine
il gusto di un bacio che non sa d'amore
o serrare le palpebre e non sentire più
il tuo cuore che illumina la mia Poesia
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