Non eri
Tu non esistevi.
Non sussistevi.
Eri Impercettibile.
L’impensabile.
Sfuggente ai miei occhi.
L’assurdo per la mia anima.
Non eri entrata al mondo.
Perché nel momento in cui non eri in me
eri la non nata.
La non formata.
Non avevi consistenza per le mie mani.
Né densità, né spessore per i miei occhi.
Eri scivolosa per il mio tempo:
giacché non esistevi nel mio quotidiano.
Non perduravi nel ciclo del mio scorrere.
Quindi è inutile che discuti con me cuore.
Petto e anima mia tacete.
Su come facevo a respirare.
Su come sentivo.
In che modo riempivo il mio cammino.
Non ho ricordi da sguinzagliare:
non esisteva ancora
l’inconfondibile profumo;
non mi insaporiva la forma di nessun sguardo
Né alcun suono in quel tempo mi penetrava.
Quindi mente cosa rovisti nelle tue sacche?
Non eri ancora luogo abitato.
Preso.
Impossessato.
Non era ancora venuta.
Non s’era ancora adagiata nel tuo spazio
a foderare le tue pareti
Non era venuta ancora a custodire i tuoi ricordi.
E voi orecchi e labbra perché vi incuriosite
di dove posi la parola;
dove estesi il mio ascolto.
Io non conoscevo il suo nome.
Non era il possessore del mio orecchio
La stesa per le mie labbra.
Tu non eri ancora.
Né un aggettivo.
Né un verbo.
Né una parola
Eri donna confusa tra altre.
Eri dono mischiato ad altre.
Tu non eri ancora esistenza.
E io cosa feci in quel tempo in cui
non eri ancora respiro?
Non so!
Non ricordo.
Non ho memoria da svuotare.
Tu non esistevi.
Non sussistevi.
Eri Impercettibile.
L’impensabile.
Sfuggente ai miei occhi.
L’assurdo per la mia anima.
Non eri entrata al mondo.
Perché nel momento in cui non eri in me
eri la non nata.
La non formata.
Non avevi consistenza per le mie mani.
Né densità, né spessore per i miei occhi.
Eri scivolosa per il mio tempo:
giacché non esistevi nel mio quotidiano.
Non perduravi nel ciclo del mio scorrere.
Quindi è inutile che discuti con me cuore.
Petto e anima mia tacete.
Su come facevo a respirare.
Su come sentivo.
In che modo riempivo il mio cammino.
Non ho ricordi da sguinzagliare:
non esisteva ancora
l’inconfondibile profumo;
non mi insaporiva la forma di nessun sguardo
Né alcun suono in quel tempo mi penetrava.
Quindi mente cosa rovisti nelle tue sacche?
Non eri ancora luogo abitato.
Preso.
Impossessato.
Non era ancora venuta.
Non s’era ancora adagiata nel tuo spazio
a foderare le tue pareti
Non era venuta ancora a custodire i tuoi ricordi.
E voi orecchi e labbra perché vi incuriosite
di dove posi la parola;
dove estesi il mio ascolto.
Io non conoscevo il suo nome.
Non era il possessore del mio orecchio
La stesa per le mie labbra.
Tu non eri ancora.
Né un aggettivo.
Né un verbo.
Né una parola
Eri donna confusa tra altre.
Eri dono mischiato ad altre.
Tu non eri ancora esistenza.
E io cosa feci in quel tempo in cui
non eri ancora respiro?
Non so!
Non ricordo.
Non ho memoria da svuotare.
Commenti
Quella che sopraggiunge dopo l'enorme sofferenza per la perdita di un amore importante... forse il solo veramente importante fra tutti gli amori che nella vita possono capitare.
A pensarci bene , adesso, dopo tanto tempo sembra davvero qualcosa che non è mai esistito, forse un grande momento di illusione e sicuramente magnifico, ma enza nessuna vera consistenza.
Ormai neanche ricordo... forse perchè neanche meritevole di questo.
N:B: Questo è quello che mi è arrivato dalla tua splendida poesia; chiedo scusa se per caso il commento non dovesse corrispondere.
Mi viene in mente anche Heidegger ,il suo pensieron filodofico sulla natura dell'Ente, dell'Essere, dell'Esserci... di quan do ancora non si è pur essendoci; di quandoancora non si è luogo nel luogo del mondo.
Complimenti sempre per la tua immena sensibilità e la tua poetica penna.......... ......HERA*****