Contrattami, metti il sigillo a quest’amore,
che sia l’ultimo di queste stanze,
che siano eterne le danze delle ore. Nella forma
opportuna, passeggiando sulle lune
di Giove o solo guardando dall’oblò della nave
ferma in porto. Perché ciò che di soave
già esiste sia triplicato e che ogni fune
serva per l’arrampicata sulla vetta del karma
che ci appartiene. Scriveremo romanze
e cantilene in versi, sempre in ascolto di onde sonore.
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