L'odio, l'amore e la terra.
Scese nella sera,
avvinghiandosi all'essenza di muschio.
Passi e gracili filamenti d'uomo
si chiamarono Terra senza aver nome.
Scese nella sera delle ragioni.
Raccolsi legate foglie dagli alberi
e bevvi per dissetarmi.
Ecco dissi questo è il Paradiso.
Acqua non fu,
miele e unguento
tra noci e ghiande.
Eppure non v'era sapore,
legnosi residui di fragranze m'inondarono
d'odio e Terra.
Volli saziarmi d'essi...
D'essi trassi alambicchi d'amore
e nel distillare il succo del male
trascorsi vite non mie,
trascorsi i miei passi
restando immune nel bosco dei Titani,
nell'eremo delle follie trovai parole.
Trovai la porta che vegliava
tutte le conoscenze.
L'attraversai,
fui buio e luce
e conobbi la fonte dell'odio
immersa nel lago dell'amore puro.
Fui spada nella sommersa roccia,
cantando fra ninfe e muse la mia poesia,
tendendo cetra e amore
all'alba del mondo.
“Scese nella sera e ancor scende ciò che vita sottende”
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Grazie H.L. per le belle parole, una serena giornata.