Eri fra i capitoli lunari
dell’anima mia perduta
e col passaporto dei giorni miei,
autografati d’addii e primavere,
t’assaggiai in un abbraccio
raggiera d’attimi posati
sui petali dei nostri discorsi.
Confondimi in un romanzo
che sfami le nostre maree
sei gabbiano in volo sul mio petto,
scenografia emozionale
dei miei tormenti in valigia.
Nevicano i nostri battiti,
t’amai
e d’improvviso vissi,
rividi, rinacqui,
riscrissi i miei alfabeti,
ospitai me stessa nel vento,
consumai una colazione di sguardi,
sei alba nascente del mio pianto immemore.