Pare all’orizzonte una tesa corda
Il mare onnivoro, divoratore
Dove vivono d’una morte sorda
Antropomorfe forme di vapore
Sorte dal degrado dell’alba atroce
Su cui s’avventano sguardi cariati
Relitti vacui di una vana croce
In mezzo a rughe di scogli immutati.
E quando cadavere sarà il sole
Qui ancora giaceremo senza nome
Commensali della desolazione
Navigando sulle infernali gole
Con volti storti e inerti come
Scatole ai piedi dell'involuzione
Il mare onnivoro, divoratore
Dove vivono d’una morte sorda
Antropomorfe forme di vapore
Sorte dal degrado dell’alba atroce
Su cui s’avventano sguardi cariati
Relitti vacui di una vana croce
In mezzo a rughe di scogli immutati.
E quando cadavere sarà il sole
Qui ancora giaceremo senza nome
Commensali della desolazione
Navigando sulle infernali gole
Con volti storti e inerti come
Scatole ai piedi dell'involuzione
Commenti
L’involuzione umana, ci stiamo abbandonando all’autodistruz ione del nostro pianeta, del nostro corpo e del nostro spirito.
Mi complimento per questa boccata di verità, che mi ha fatto respirare questa poesia.