Il vecchio taciturno guardò

la mano tremolante, e capì.

Riprese a scrivere a fatica,

lentamente dell’avvenente

Mata di incrollabile fede

cristiana e comprovata etica.

Di lei s’innamorò d’un amor

corrisposto un condottiero

saraceno, tal Grifone…

S’interruppe, posò la penna

e rovinò nella sedia a dondolo.

Annusò l’aria e udì così prone

per un’ultima volta quel canto.

Lo trovò un mastro d’ascia di

quei luoghi guidato dal dolce

miagolio di una gatta nera.

L’animale sedeva sui ginocchi

dell’uomo, due gocce

di rugiada pendevano dai suoi

occhi alidi e il primo mattino

lumeggiò su due lacrime

allo stagno aggrappate al petalo

d’una ninfea laconica che le

adagiò tra le purezze più intime.

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Profilo Autore: Mirko D. Mastro  

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