La tavola della verità mischiò le carte.
Zampillò vita dai buchi, motori nei pieni.
Gioco di fontane al suono di Beethoven
Lo spettacolo di cornamuse, dismessi.
Il crocifisso percorse la stessa strada.
Scendendo nei crocevia inseguì le spade.
Si avventurò nelle Americhe.
Risalì l’Africa.
Bisognava rispondere a Pilato.
Dio è morto gridavano in un megafono.
La perdita non colse di sorpresa i mercati.
I parafanghi ripresero a respirare
il trend del latte quello ortofrutticolo
il cartello degli abeti cinesi.
Vapori di cromo e ferro costruivano megalopoli
Nulla di paragonabile alla nascita del Plutonio.
Il fumo di una Quasar
La tonnara di colombi, vetrificati.
Al Darmstadio avemmo una tregua
Giurare sul centoventi dopo il successo degli altri.
Isaia gridò Passione e tradimento
Il moplen gocciolava su una stalla.
Comparve un piccolo idrogeno. Sorrise.
Lo spazio di lana ruotò intorno.
Commenti
Una poesia sulle antitesi,sacro o profano,scienza o religione,scien za e religione in connubio,cosmogonia,scoppi...
ma alla fine si torna all'alfa ,al numero 1,la semplice origine elementare,quas i come ammonimento alla nostra voglia di dominio.
Sembra quasi di vederlo il big bang finale.
Mi piace leggerla così e mi ha fatto molto piacere rileggerti.
Ciao :)
e tantissimi auguri di buon anno
Franco