Dalle lentiggini furiose il viso di bimba
sul grigio dei muri, corpo d’angelo dall’urlo di fuoco
guarda -le disse la memoria- fioriscono le rughe
dove lacrime trattenute in questo mondo
sono stelle sulla scala della morte e tu
che insegui ancora il sole nel perduto vento
hai primavere distratte in ciclo disconnesso
nell’ozio d’abitudini di nostalgica sequenza
e le paure sbattono sul cuore come onde
con la pretesa d’arredare gli occhi in sogno.
Dalle ferite aperte la vita non sempre si perdona
in memoria s’adagia nel silenzio della stanza occulta
con la tenerezza del viaggiatore al finestrino
che ha smarrito la meta tra le paure dell’arrivo.
Il lettino con l’orsacchiotto e il gattino sono lì
a ricordo d’un mondo ormai piccino
e l’uomo dagli occhi bianchi gli sorride
padre dolce sollevando l’anima nel sonno
nel mentre la donna col piatto tra le mani
nutre di calma l’ultimo addio con un bacio rotto.
Chiudi gli occhi ora al pianto di bambina .
sul grigio dei muri, corpo d’angelo dall’urlo di fuoco
guarda -le disse la memoria- fioriscono le rughe
dove lacrime trattenute in questo mondo
sono stelle sulla scala della morte e tu
che insegui ancora il sole nel perduto vento
hai primavere distratte in ciclo disconnesso
nell’ozio d’abitudini di nostalgica sequenza
e le paure sbattono sul cuore come onde
con la pretesa d’arredare gli occhi in sogno.
Dalle ferite aperte la vita non sempre si perdona
in memoria s’adagia nel silenzio della stanza occulta
con la tenerezza del viaggiatore al finestrino
che ha smarrito la meta tra le paure dell’arrivo.
Il lettino con l’orsacchiotto e il gattino sono lì
a ricordo d’un mondo ormai piccino
e l’uomo dagli occhi bianchi gli sorride
padre dolce sollevando l’anima nel sonno
nel mentre la donna col piatto tra le mani
nutre di calma l’ultimo addio con un bacio rotto.
Chiudi gli occhi ora al pianto di bambina .
Commenti
Ho sentito questa tua profondamente, entrandomi dentro e contorcendomi le viscere.
Nulla di grave ma sono emersi i ricordi e le nostalgie di quelle rughe che avrei voluto accarezzare, ancora ancora, e anche si...dare quell'ultimo bacio sentendo sul viso il mio pianto di bambina.
Quelle mura le sento come quel paesino lombardo che nei ricordi fanciulleschi non riconosco più oggi...sono spariti anche i profumi e la quiete che regnava. Solo il cimitero è rimasto intatto, identico per certi versi ma con le lastre di marmo sprofondate nel terreno.
Ed è sempre un viaggio come dici tu "dal finestrino il viaggiatore", ma è il viaggio dei ricordi e delle memorie, che per fortuna abbiamo ereditato.
Ancora grazie!
Buona poesia.