Che ne è d'un fiore senza stelo
quando trema il terreno e s'allarga la crepa
Dove finisce la porpora a petali
quando anche il suono cala in minore
-La rosa carnosa della propria essenza
mi guarda d'amore e di sacro palmo-
Non posso in deserto dar luce all'arsura
-dentro, le mani di glicine avvolte-
che piccolo è il cuore a pervadere eros
dove nessuno ha le chiavi del giunco
“ Cantami, o diva, del pelide Achille...”
e con questo calice inneggio agli dei
annegando nel loro bitume d'alloro
Commenti
Ahhh... gli dei, gli dei... mi sa che sono andati tt in pensione!
Bisogna uscirne da soli... da questi bitumi melmosi, altro che alloro!