Vissi non sapendo di vivere,
morii sapendo di morire
e quando venne il trapasso
presi un compasso,
disegnando un cerchio
su cui sottendere le tangenti dell'esistenza.
Esse toccarono una e una sola volta il tutto
e io fui vivo ancora una volta.
La volta del cielo m'accolse.
Nell'unico primordiale mi riconobbi.
Fui polvere e macerie perse.
Fui tanto nell'esser poco in fine.
Ora tace pietra fredda e solitaria
in terra straniera.
Ora tace dilemma e oblio
mentre altrove l'anima banchetta.
morii sapendo di morire
e quando venne il trapasso
presi un compasso,
disegnando un cerchio
su cui sottendere le tangenti dell'esistenza.
Esse toccarono una e una sola volta il tutto
e io fui vivo ancora una volta.
La volta del cielo m'accolse.
Nell'unico primordiale mi riconobbi.
Fui polvere e macerie perse.
Fui tanto nell'esser poco in fine.
Ora tace pietra fredda e solitaria
in terra straniera.
Ora tace dilemma e oblio
mentre altrove l'anima banchetta.
Commenti
La pietra fredda mi porta ad una lettura diversa, mi riporta alle morti sui gommoni, in terra straniera, al dolore...
Ed ancora leggo di indignazione, rammarico, protesta, perchè altrove...l'ani ma banchetta...
Certo i versi sono dell'autore e solo lui può saperne la radice, ma se il lettore trova chiavi di lettura diverse, io dico che il poeta
si possa ritenere più che soddisfatto perchè è riuscito a trasmettere altre nuove emozioni...
Sempre bravissimo, chapeau!.. Un abbraccio, ciao... ^.^
della vita ed il suo oltre. Si sa come si è vissuta la vita con tutto ciò che comporta, ma si spera che
l'altra possa essere migliore e più lieve di questa vissuta sulla terra. Bravissimo Giancarlo,
un caro saluto, Grace