Non è più il gioco che cerco,
non più l’eccezione,
non le grandiose immagini inebrianti
e rutilanti, che  penetrano la mente
e travolgono i sensi.
Si è capovolto il mio mondo di luci e colori,
ed è emerso un gelido vuoto inatteso
e un buio profondo, là dove
c’erano stati carnevale e sogni senza confini.
Vorrei essere stato meno ciarlatano e meno giocoliere
al tempo che mi regalava ore spensierate.
Ora sogno un forte appiglio, un porto sicuro,
che mi faccia sperare e lasciare alle spalle
questi ultimi anni turbolenti, che pensavo felici,
ma che nell’anima hanno seminato
un vago senso d’incompiuto
ed un gran bisogno di calma e certezze.
Ora guardo quello spiazzo verde sulla montagna
e ti penso.
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Profilo Autore: Falug  

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Commenti  

Ambra PILTI
# Ambra PILTI 29-08-2013 00:08
Prima o poi o forse mai...l'uomo, inteso come essere umano, tira le somme...e nel tuo testo c'è quel momento in cui ci si ferma e ci si domanda...e poi si attende. Complimenti!
nabrunindu
# nabrunindu 29-08-2013 00:22
ci si ferma anche per guardare indietro e magari fare il bilancio della propria esistenza, e fatalmente così. bella poesia

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