in una giostra di pensieri
incollo sopra fili di
sottili ragnatele
che un vento di levante
insolente ed impetuoso
disperde senza garbo
in un mare di catrame
Disco argenteo in notte scura
manda schegge iridescenti
e l'aria scossa da un airone
ci regala ore in bianco
di tempeste e di passioni
che poi l'alba spegnerà
L’affresco della notte
è un piccolo fiato che muove appena
gli alberi , il viale .
Ovunque si racconta
nelle cose che non vedo
indugia la timida brina
una transumanza alle radici
è una recondita malinconia .
- Qui ora siede e raccoglie i miei occhi .
Occhi di carbone
che vivono di sole
non si urtano dell’inverno del mare
dalla speranza si lasciano accarezzare
si raccontano alla luna
fluttuano come bolle
in una terrazza di neve.
- Poi li vedo passare .
In un ricordo
a piedi scalzi
sulle ombre e sui passi
nella nudità dell’anima
dove ogni luogo è visione
è pace , è guerra
è confusione.
Perle d’ambra,
foglie sparse,
melagrana sulle mie cinquantadue primavere
nel delirio
piccole rughe di malinconia
un silenzio raccontato
echi di vita
vuoti che si colmano e
lasciano vivere tutta la mia poesia.
Ritornerò a sorridere
di vero cuore
tra le vie della vita,
sotto la volta celeste
luminosa e tersa dal dolore
e dalla rabbia delle divergenze delle idee di quelle varie
teorie in evoluzione.
Ritornerò a sorridere
con polmoni colmi di gioia insieme a te guardandosi intensamente negli occhi,
senza alcuna mascherina
a velarci le emozioni
inarcate sul viso
senza più distanze
a sottrarci dagli abbracci,
ma tenendosi le mani assaporandone il loro calore stringendole forte sul cuore, come se ci ritrovassimo dopo lunghi anni sotto quel cielo costellato di speranze e sogni, liberi, liberi di essere vissuti, finalmente dopo l'onda nefasta dei virus che imprigionano ancora le nostre vite
sotto i suoi sguardi severi,
che ancora condiziona
il nostro essere inerme
al suo oscuro passaggio seminando nella sua scia
morte, malattia e paura,
e tante mascherine colorate
come se fosse
una gran festa in maschera!
Ma io, tu, tutti ritorneremo
a sorridere un giorno,
poiché la certezza è già vittoria!
Non contaminerà mai
la nostra voglia di riemergere
e vivere liberamente, finalmente,
non sdradicherà mai
la nostra speranza vera essenza
delle nostre opere
dettate dal cuore.
Ritornerò insieme a te
e a tutti a sorridere sinceramente,
perché forte è nel tempo
il desiderio di rialzarsi
da sotto le macerie dei virus,
come araba fenice
che spicca il volo della libertà
nel cielo libero del destino,
per essere spirito puro
nel mondo,
finalmente libero,
Privo di virus e mascherina
che nascondono la nostra vitalità,
la nostra bellezza
espressa dall'anima,
quella libertà che ci fa essere incondizionatamente unici!
Distese cristalline
fino ai bordi del cielo
un verde intorno,
il plettro attrae
un raduno di occhi fissi
drogati o insonni,
applausi boccheggianti
nessuno parla parole inutili
sulle note dentro mi basto,
natante ubriaco di salato
lascio andare i remi sul fondo.
Volge al disio la sera,
vaga la mente rincorrendo il tempo
al palpitar d’amor profondo
sbocciato ancor infante
quel dì di festa.
Giovinezza trascorsa
come fosse ieri
rimembra ancora
nei pensieri miei
la vita andata.
Ora sono
come volo di gabbiano
nel riscoprir nostri nidi d'incontri
ormai distrutti e lacerati
dall’avanzar degli anni.
Ecco dolci sue risate,
e fossette rosa
gemmando profumata
come sposa intonando
argenteo canto.
E il cammino rincorro
vivendo l'incertezza
dell’io nell’esistenza.
Il viso stanco rifletto
nell'inesorabile specchio.
O tempo caro
t'avrei tenuto stretto
come mio compagno di giochi
per tutto il trascorrere
della vita mia.
corre lieta per le strade.
Ti trascina nei negozi anche se non devi acquistare nulla.
Una battuta, una smorfia, uno scherzo...
Una crepes variopinta nelle mani e i saldali sudati cinti ai piedi.
I capelli raccolti con un grande elastico...
Un costume bagnato da asciugare al vento caldo di meriggio.
Quel bagnino della spiaggia accanto che ti saluta come se ti conoscesse già.
E i bambini che si perdono puntualmente tra le bolle di sapone.
Il cocco che non sa più di niente ma lo assaggi lo stesso.
Una medusa che sembra innocua.
Un'ape sul tuo asciugamano.
Un motorino che sfreccia vicino...
La notte non ti fa paura.
Non si dorme.
Si canta e si balla.
C'è curiosità, c'è voglia di esplorare.
Nuovi propositi.
Nuove giornate.
Nuove amicizie.
Percorrere i stretti vialetti.
Fermarsi alle bancarelle.
Un salto al porto.
Un giro sulla panoramica e tanta voglia di scendere.
Una nave che porta nuovi turisti.
Un murales dipinto di fresco.
I fiori su ogni balcone.
Ti fai un selfie per mostrare a tutti la tua nuova collanina.
Cerchi qualcuno per giocare a Burraco...
In autunno tutto si spegnerà si chiuderà si fermerà.
La nota canzone che correva lieta per le strade sentirai che forse non è mai esistita.
all'ora di un'ombra di
sera certa,
mi annienta ancora.
Eppure non piango,
che se le lacrime poi fossero
come le tue,
io ci cadrei dentro
come
le idee in una testa vuota.
E mi abbraccio tutta,
contro le gambe mie che
servono ancora a dilaniare
il piccolo
passo di danza,
il cielo scuro,
la notte amara.
E la ballerina non parla quasi,
ma la notte sembra quasi amica,
quasi sorella di crisi e di affanno.
Che questa sera triste d'amore malato
offra resilienza ai cuori più forti,
come sa essere dura la notte!
Vagando va il pensiero
tra nembi oscuri del passato.
A risvegliar ricordi mai sepolti,
riportando in luce affanni
per mai scordar quei giorni,
impressi nel profondo del mio cuore.
Un cammino lungo di dolore,
ha temprato il fisico e la mente
per ritrovarmi ciò che sono oggi,
fuscello che si piega al rigor del tempo
che avanza inesorabile silente,
carpendomi ricordi e giorni andati.
Eppur nei lunghi giorni del dolore,
una luminosa luce d’amore
accompagnava speranze e
piccoli frammenti di gioie
a confortar le pene,
allontanando il buio del momento.
Potessi sol cambiare il fato,
riscriverei un passato senza affanni,
allontanerei il malanno dal mio mondo,
risplenderebbe il giorno sol di gioie.
Assaporerei ogni istante.
M’accompagnerebbe fino al riposo
che m’attenderà alla fine del percorso.
Bisogna prenderla con filosofia questa strana vita
Bisogna costruirsi un armatura o mutare cosi da possedere una pelle su cui tutto scivoli via.
E niente ,
NIENTE lasci traccia.
Bisogna prenderla con filosofia
questa vita,
ma quale vita e quale filosofia?
Un vuoto pneumatico privo di cuore
dove i pensieri sono bottiglie rotte
e nessun coccio corrisponde a un altro.
Contorte e distorte visioni
arrivano da ieri.
Distorte contorte e indecifrabili
giungono ad intaccare i sogni,
e lasciano segni che come gocce
acide corrodono questi occhi
che nessun Dio più vedono arrivare.
Morto è ogni principio
e ogni domanda muore, ormai,
senza risposta.
Amen.
A volte i sentieri della mente
odorano di quel talco ammuffito
che sfoca i ricordi sulla pelle
o anche d’un falò in riva al mare
che avrei voluto non spegnere mai.
Mi preme, adesso, stringer tra le mani
un tempo che mi vuol meno distratto.
Almeno fino a quando dureranno,
mi chiama ad alta voce ad annusare
profumi d’una vita da serbare.
per afferrare
la differenza tra
sogni e illusioni,
per contare
lividi e cicatrici
sul mio corpo.
Ho l’età
per mostrare
le spalle
a chi ha tradito
la mia fiducia,
per camminare
mano nella mano
di chi ho scelto
di amare.
Ho l’età
della chioma
ribelle e libera
della guerriera
che abita in me,
dei silenzi
dei bisbigli d’amore
delle parole taglienti.
Ho l’età
per sorridere
al sorgere del sole
che dissipa ogni ombra,
per emozionarmi
al comparir della luna
che illumina passi
nel buio della notte.
Piango, sorrido, rido
col cuor di bimba;
sogno, amo, lotto
col cuor di donna.
Mi emoziono e vivo
ora come allora
col cuor di bimba
in anima di donna.
Ero quella sognatrice
che si fidava di chiunque
le mostrasse un sorriso,
ero quella che credeva
nell’amore e nell’amicizia.
Ero quella
che lottava
contro tutto e tutti,
pronta sempre
a difendere
a spada tratta
senza timori,
di persone
o conseguenze,
il suo amore
e le sue amicizie.
Ero quella che metteva
al primo posto gli altri,
poi semmai sé stessa.
No,
non ero quella di adesso.
Adesso
sono quella
che ha lo sguardo acuto,
sono quella
che ha il timore
di fidarsi
di chiunque,
sono quella che
con la spada ora
cerca di difendere
sé stessa
perché son tante
le batoste prese
e le certezze
e le speranze
si sono ormai arrese.
Ma se in fondo
in me vive tuttora
la ferrea convinzione
che ancora ho
amore ed amicizia
custodirò ricordi
di passate delusioni
di trascorse illusioni
per rimanere
quella che in realtà ero
con anima limpida
e cuor sincero.