Eppure il brivido era preciso
come l’estate in corso
e anche l’acqua era la stessa,
uguale la riva e nessun confine.
Eravamo così vicini
che io frugavo le tue rughe
come strade già percorse
già incontrate,
come noi.
Inghiottivamo la vita poco a poco,
e il linguaggio dei corpi
non ci dava pace.
Come due vele sanguigne
non si riusciva più a salvarsi;
lo stridore era sabbioso
che accoglieva ogni piacere
in quell’orbita assolutamente uguale.
Il tuo volto, io
lo avevo già desiderato
lo avevo già desiderato
e anche la tua voce.
Aveva le nostre vite già trascorse
e racconti andati e nuovi
in cui spesso ti chiedevo:
come si fa a trovarti?
Come si fa a tenerti
se il brivido è così preciso?
se il brivido è così preciso?
E anche l’orbita fu uguale
seppur breve, con cicatrici forti
nella cornice senza un quadro
appesa al cielo col suo nome lontano.
Commenti
LIETA GIORNATA, ANGELA.
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motivo per cui si hanno degli approcci discontinui che lasciano straniti, e poi dopo una sintonia che
pare consolidata, questa, scema del tutto, lasciandoci addolorati. Un testo molto bello e
molto ben costruito. I miei complimenti Hera, un saluto. Grace
Il senso del rimpianto , quel rimanere sospesi verso la speranza.
Un passione non del tutto dimenticata che riemerge nei ricordi.
Brava .
Complimenti sempre al tuo modo di fare poesia-passione -arte...non commento quasi mai, per tempo o pigrizia, ma ripeto, questo grido d'amore mi ha davvero colpito...
Un saluto
A:A