Torneranno le ore della quiete
racchiuse negli scrigni delle fate
venute per vedere da vicino
capriole fatte da un bambino.

- Allora, è vero! In noi tu credi!
- Perché mai io non dovrei?
- Ma siamo sogni, soltanto sogni!-
- Vedo il cappello e la bacchetta tocco!

Avevano il sorriso delle madri,
la leggiadria di limpide fanciulle,
i colori della festa quand'è festa
e del c’era una volta, la bellezza.

Voleranno le aquile di nuovo
sulle vette ormai dimenticate
e con loro gli esultanti gabbiani
sul mare della non solitudine.

Canterà il coro dei nostri angeli
or tramutati in icone incorniciate
e invece da lì vorrebbero uscire
per dimostrare quanto sono veri.

È tempo coniugato al futuro,
il tempo di speranze non evase,
frantumate nell'oggi che corrode
un accenno delle dolci nostalgie.

C’era una volta, diremo anche noi
e non per raccontarci altre fiabe
ma per datare quel culmine dei grigi
nei quali rischiammo di annegare.
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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Commenti  

Michelina
+1 # Michelina 21-06-2018 13:52
Profonda, piaciuta.
Ibla
+1 # Ibla 21-06-2018 22:53
Si respira aria di nostalgia in questi versi pieni d'incanto.

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