Piove da un cielo invisibile
oscurato di nebbia
come fosse notte perenne.
Nelle strade
fango attaccaticcio.
 
Impulsi d’uggia e d’affetto,
di rammarico e dispetto
nel rimbombo di voci  remote.
E i pensieri si rincorrono
rapidi come fulmini.
 
Occhi cosparsi di melma invernale,
ombre del viso percorse da lampi d’ira.
 
Uragano di dolore,
sisma d’afflizioni,
stagno d’indifferenza.
 
Il diavolo digrigna i denti
e incendia le coscienze.
 
E il tempo, come tornio,
lima sussurri e infedeltà,
consumando nei ricordi
i contorni lievi
di sagome inanimate.
 
 
 
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Profilo Autore: Vincenzo Melino  

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Commenti  

Francesco Losito
+2 # Francesco Losito 02-11-2012 22:08
Un'ottima lirica classicheggiant e con lessico ricercato e forbito: la lettura è piacevole e la chiusa in particolare è un piccolo scrigno in bilico tra il paradigma e pistolotto enigmatico. Un superplaso e +5

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