Appollaiato sulla cima della collina
scruto i movimenti degli insetti
osservo silenzioso il fare della natura
poi piango piano, mesto, escluso,
complice mancato del vivere gioioso.
La luce attorno ha riflessi strani,
che piovono e rimbalzano e si perdono,
allegri, distratti, pieni della loro essenza.
Non ho nulla da fare, nulla che possa
impegnare
questa mente contadina,
nulla che possa accorciare il naso a pinocchio.
Non mi dispero ed aspetto, guardando,
arrossendo,
timido progetto che affonda insicuro
sulla costa nord,
in un mare di violette, mentre il cielo dall’alto,
insensibile ride.
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