Ho visto delle cose
uguali a un conto che non torna
la macchia bruna
nell’occhio color dell’acqua
(un figlio, il portatore sano)
mi passa dentro, m’interroga,
parla di inviti
a leggere tra le righe
saltuariamente guardo un ramo
spezzato, penso la voce in pasto al vento
morire senza colpa
Se ha tocco incisivo la pioggia sulla pietra
da sciogliere la memoria
in una pozzanghera che assolva la sete
finisce al mare qualche certezza
Il caos universale, forse ci prende
classifica, scarta, determina
appende una chiave nel subconscio
che apre la mente a più faccettature
come andare oltre, lo sguardo
sulla strada piegata in curva
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