Io abito qui …
… e terra dura è questa mia,
di roccia impervia e pioggia,
di vecchie strade e arretrate case.
Di luoghi agresti, di ruscelli,
e centenari roveri.
E’ mite il cielo e le amene piantagioni,
che inquiete e desolate
le loro braccia alzano al cielo.
E qui che io abito!
In immensi azzurri mari,
in distese senza fine e ancora vergini.
Ed è qui che io mi anniento,
m’invento e mi reinvento.
Ho l’età della mia terra!
Porto i segni dei suoi miti
e dell’oscura prigionia.
e dell’oscura prigionia.
Son di migliaia d’anni
e nessuno può conoscermi,
e nessuno può conoscermi,
nessuno può vederne l’agonia
e l’estrema lotta.
e l’estrema lotta.
Oh, miei cari fratelli,
andate,
e dite alla mia terra
che io sempre tornerò;
e dite alla mia terra
che io sempre tornerò;
che abito le mie radici!
Son sirena
in questo mare d’ogni tempo;
in questo mare d’ogni tempo;
andate,
dite che perduro
e che mai io me ne andrò.
dite che perduro
e che mai io me ne andrò.
Abito qui
in catapecchie su cui girano lucertole,
in catapecchie su cui girano lucertole,
su cui caldo batte il sole;
qui davanti al travagliato e saggio ulivo
che è immagine riflessa
d'morosa guerra
d'morosa guerra
dei suoi volenterosi figli.
Oh, mia dolce terra!
Tu sei maledizione …e sei poesia!
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LIETA GIORNATA HERA.
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