Nei ricordi concisi della mia memoria
l’infanzia girava in filamenti d’azzurro,
la carta stagnola del presepio tremava
a rappresentare ruscelli e laghetti
anche gli specchi erano adibiti a ciò.
Io ero ammaliata
dall’ancestrale paesaggio rurale
che vi era rappresentato con animali di tutti tipi,
dalle grotte, dai dirupi, dalle povere case
nelle quali brillava una flebile luce fugace
I pastori conducevano
allo scarno pascolo le greggi
in un colore soave
di un cielo di astri illuminato.
Quella grotta col bambinello
mi affascinava
e mi teneva ancorata al suo cospetto.
Si aspettava l’epifania
e la stella veniva issata sulla caverna.
I re Magi arrivavano sui loro cammelli
colmi di doni ma molto saggi
nel non far sapere ad Erode
che il Bambino era nato.
Avevano intrapreso un lungo cammino
per venire ad adorare quel dolce esserino.
Allora, ricordo che, rimanevo affascinata
anche dalle visite
di coloro che dai monti Peloritani, in quelle giornate
scendevano in pianura nelle case
a suonare musica dolcissima e spirituale
con le loro cornamuse
in onore di Gesù Bambino
[era l’usanza di quegli anni]
creando atmosfera di gaudio
e di letizia primordiale
che carezzava dolcemente i cuori.
Commenti
Grace
un carinissimo saluto. Grace
Buon NATALE, Grace!
Vera
Grace
vissuti nella meraviglia e nella gioia dell'infanzia. Un caro saluto a te, Grace
Lieto meriggio domenicale.
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il Natale riuscivamo ad attenderlo con lo spirito giusto
e a viverlo intensamente,
bellissimi versi , un saluto Genè
giorno ci fanno sentire sempre un poco più insicuri versio la vita. Un saluto, Grace