Ti osservo da un po’.
Seduto su quello sgabello al bancone del bar dell’Hotel.
Bevi svogliatamente un martini.
Passi un dito sul bicchiere e poi te lo succhi.
Guardi il liquido ondeggiante ,come a voler scrutare nel destino.
Boccia di cristallo colma di sogni infranti.
I tuoi.
Mi lecco le labbra.
Pregustandoti.
Tu.
Su quel trespolo.
Hai tutta l’aria di un uccellino.
Da far cadere tra le mie grinfie.
Mi avvicino.
Noncurante.
Ordino quello che bevi tu.
Non ti guardo.
Il mio fascino ti fa volgere il capo.
Conscia.
Ti sento.
Con gli occhi mi spogli.
So già cosa ti frulla in testa “donna sola, sembra facile da conquistare”.
Vorresti ti scaldassi il letto questa notte.
Con tutta calma bevo il mio martini.
Poi...
Ne ordino un altro.
Neanche un ciglio verso te.
Ormai sei mio.
Gorgheggi un salve.
Omiodio che scontato!
Però la preda è succulenta.
Ti lascio balbettare qualcosa di presentazione.
Commesso viaggiatore.
Senza tanti preamboli mi inviti ad unirmi a te.
Una cena.
Senza secondi fini.
Dici.
Per non lasciarmi mangiare da solo.
Mangiare...
Sì...
È quello che farò.
Sarai un dessert squisito.
Torno a leccarmi le labbra.
Mostrandoti la punta della lingua.
Tanto da farti desiderare di averla nella tua bocca.
Come la ciliegina del tuo martini, che succhi avidamente.
Non ho molto tempo.
La notte sta per finire fra una facezia e l’altra.
E io...
Ho fame.
Spavaldamente.
Inaspettatamente.
Ti invito a salire da me.
Ceneremo poi.
Magari ordinando in camera.
Dolcetto prelibato non sai cosa ti attende. La stanza è buia ma io ci vedo benissimo.
Il sangue pulsa nelle tempie.
Non resisto più.
Con un balzo sono sopra di te.
La tua gola mi sta chiamando.
Le tue urla raccapriccianti, fanno accorrere i dipendenti dell’hotel.
La porta si apre e...
Tu.
Mio canarino.
Sei lì a terra.
Esangue.
Io sono già al bar Aspetto.
Affilando i canini
Seduto su quello sgabello al bancone del bar dell’Hotel.
Bevi svogliatamente un martini.
Passi un dito sul bicchiere e poi te lo succhi.
Guardi il liquido ondeggiante ,come a voler scrutare nel destino.
Boccia di cristallo colma di sogni infranti.
I tuoi.
Mi lecco le labbra.
Pregustandoti.
Tu.
Su quel trespolo.
Hai tutta l’aria di un uccellino.
Da far cadere tra le mie grinfie.
Mi avvicino.
Noncurante.
Ordino quello che bevi tu.
Non ti guardo.
Il mio fascino ti fa volgere il capo.
Conscia.
Ti sento.
Con gli occhi mi spogli.
So già cosa ti frulla in testa “donna sola, sembra facile da conquistare”.
Vorresti ti scaldassi il letto questa notte.
Con tutta calma bevo il mio martini.
Poi...
Ne ordino un altro.
Neanche un ciglio verso te.
Ormai sei mio.
Gorgheggi un salve.
Omiodio che scontato!
Però la preda è succulenta.
Ti lascio balbettare qualcosa di presentazione.
Commesso viaggiatore.
Senza tanti preamboli mi inviti ad unirmi a te.
Una cena.
Senza secondi fini.
Dici.
Per non lasciarmi mangiare da solo.
Mangiare...
Sì...
È quello che farò.
Sarai un dessert squisito.
Torno a leccarmi le labbra.
Mostrandoti la punta della lingua.
Tanto da farti desiderare di averla nella tua bocca.
Come la ciliegina del tuo martini, che succhi avidamente.
Non ho molto tempo.
La notte sta per finire fra una facezia e l’altra.
E io...
Ho fame.
Spavaldamente.
Inaspettatamente.
Ti invito a salire da me.
Ceneremo poi.
Magari ordinando in camera.
Dolcetto prelibato non sai cosa ti attende. La stanza è buia ma io ci vedo benissimo.
Il sangue pulsa nelle tempie.
Non resisto più.
Con un balzo sono sopra di te.
La tua gola mi sta chiamando.
Le tue urla raccapriccianti, fanno accorrere i dipendenti dell’hotel.
La porta si apre e...
Tu.
Mio canarino.
Sei lì a terra.
Esangue.
Io sono già al bar Aspetto.
Affilando i canini
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Ciaoooooo
MC
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