E’ bello guardare un pallone correre sul prato. Il profumo dell’erba appena tagliata ti pervade i sensi. E allora torni piccolo. Poi ragazzo, quelle sere di inizio primavera in auto con lei.
L’automobile. Alla pompa di benzina l’odore del gasolio mi entra nelle narici. Ogni mattina sto andando nonostante tutto al lavoro, anche se non capisco bene il perché. La mia non è una di quelle nobili professioni che in questi strani giorni risultano essere più necessarie che mai. A orario ridotto, certo. Poche ore, per la strada. C’è preoccupazione, l’età dei contagiati e degli ultimi che non ce l’hanno fatta è scesa tra i 48 anni e i 60. A casa ho tre figli, e fra non molto ne avrò 45.
Quel pallone da un po’ sta correndo sempre di più schiacciando l’erba sul prato, senza nonni a guardare. Qualcuno deve averlo tirato forse troppo forte. Ora ha un forellino quasi invisibile da cui fuoriesce impercettibile… come fosse un soffio quella che conoscevamo come aria. Ma non lo è.
Scrivete, e leggete. Videochiamate i vostri cari davanti ai giochi di società, che è la sola che ancora ci resta. E fate l’amore. Restate a casa.
Comunque
Oggi, anche oggi
Verrà.
Iscrizione
Della lapide.
19 marzo di questo fottutissimo 2020.
Vedete, non sempre riesco a essere poetico. Anche lui era un padre.