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In questo spazio si possono pubblicare post inerenti alla cultura in genere: poeti, scrittori, quadri, film, musica ecc, per confrontarsi, discutere, ragionare e trovare l'emozioni che possono scaturirci.
Per non fare troppa confusione cerchiamo di aprire post settimanali, al massimo due a settimana.

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ARGOMENTO: la poesia come denuncia sociale

la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #1

  • Marina Lolli
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Carissimi amici ,cosa ne pensate voi della poesia che diventa denuncia ? Di quei versi un po alla Pasquino ,che risvegliano gli animi e creano una coscienza sociale anche in chi non l'ha ?
Sarà il momento storico che stiamo vivendo ,che non mi sembra davvero tanto allegro ,ma io sento che anche i poeti cosi come hanno fatto in passato abbiano il dovere di scrivere ,per la pace , per la solidarietà ,per la fratellanza,...per denunciare malfatti e malfattori..
Fatemi sapere ...magari siamo in tanti :)
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #2

  • mybackpages
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Che dirti? A me sembra di avere scritto parecchio in questo senso, utilizzando l'ironia, la satira, ma anche il registro del tragico. Anche un testo di denuncia, però, deve essere poetico e non è facile, su certi argomenti, evitare gli scogli della scrittura da saggio o da semplice riflessione filosofica. Occorre un altro tipo di approccio e un linguaggio diverso rispetto ad altre forme espressive. ciao
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #3

  • Marina Lolli
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voglio cercare in rete lo stile di Pasquino,o del Belli,che andavano dritti al sodo...intanto mi servirà come studio e cultura personale .
Sai non credo siano tanti a scrivere su problematiche sociali ,molti si concentrano piu sull'amore, o sulla religione,e tanti sono i lettori che cercano cose leggere perchè pensano così di staccarsi dai pensieri ,poi c'è chi proprio si disinteressa altamente di cio che accade e vive una vita superficiale ,a base di chiacchiere e scemate televisive .
Credo che persone come te e altri siano comunque sentinelle pronte a svegliare chi dorme ..
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #4

Buongiorno a tutti, io ho scritto qualcosa sul maltrattamento dei bambini, sulla violenza alle donne, oppure alle persone in difficoltà...credo che le denunce dovrebbero arrivare più dritte al problema, ma poeticamente non è molto facile almeno per me, però ci provo sempre, grazie Marina, buona giornata a tutti.
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #5

  • sasha
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Ne ho scritte diverse di poesie come denuncia sociale e su certi temi sono abbastanza... bipbip...
Bisogna sentirlo il tema, non necessariamente a pelle... ma su certi argomenti sono proprio i brividi, a scatenare la voglia di incidere da qualche parte le cose che non vanno... e urlarle: anche questo, è il compito del poeta.
#La vita, non è solo rose e viole!!!
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #6

  • Surya*
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Salve, io ho scritto molto sul Sociale , dalla violenza sulle donne, all'Eutanasia, agli assassini di Stato e sula Politica ma sono convinto che oggi occorre essere diretti, espliciti,senza metafore o fronzoli.
Comunque credo , come detto più volte, che l'unica via per la salvezza sia la Cultura Rivoluzionaria ed Anarchica della Poesia
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #7

  • Henry Lee
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Marina Lolli ha scritto:
Sai non credo siano tanti a scrivere su problematiche sociali ,molti si concentrano piu sull'amore, o sulla religione,e tanti sono i lettori che cercano cose leggere perchè pensano così di staccarsi dai pensieri

Onestamente credo che amore e religione siano anch'esse tematiche sociali e non per forza siano "cose leggere". E ciò non mi stacca assolutamente dai pensieri, anzi, mi dà quel senso di vita che non trovo nel sociale come lo intendi tu Marina.
Perdona lo sfogo, non voglio assolutamente creare polemica, ma questo tuo pensiero mi ha infastidito molto. Per il resto desidero non entrare nel merito, perchè ritengo la poesia uno strumento fortemente sociale, che unisce molto più di quanto l'apparenza possa far sembrare. Buona poesia a tutti. HL.
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #8

  • Giancarlo Gravili*
  • Avatar di Giancarlo Gravili*
Ciao Marina concordo con quanto affermi. Certo l'introspezione di se stessi risulta più agevole per un poeta, che comunque non deve perdere lo sguardo attorno a ciò che lo circonda altrimenti risulterebbe del suo essere uno scrivere scialbo e povero.
Ho scritto diverse cose un po' come Pasquino, alcune delle quali pubblicate sul club.
Ne ripropongo una sul forum, visti i tempi bui che ci attanagliano e che potrebbe essere utile come approccio per la discussione:

"Er Monno"

Dice che er monno va allo sfracello
mo stai a vede che è puro colpa nostra.
Dicheno che so l'ommini che nun c' hanno più er cervello.
Stai a vedè che devo annà
dar prepotente sti peccati a confessà,
che nun so manco che je devo da dì
sarvo poi che sarà lui a dovesse pentì.
Sarà puro che li potenti
per fregà tutti co mille denti
fanno in modo da scaricà le colpe
a chi manco campa pe potè magnà.
Si è vero sto costrutto:
avemo sfaciato er monno proprio de brutto.
Ma in fonno se ce pensamo l'origine deriva
dar peccato originale,
che pe quanto fosse originale
non era poi così banale
visto che er cielo scatenò un fortunale
pe na questione de proprietà.
Ahi noi nun se poteva mica fa a metà!
Insomma lo avemo da fa sto diluvio
pe risolleva la tera ?
Che volemo fa chiamemo er sor Noe
co l'arca e tutti l'animali
prima che ariveno artri strali
a rompere tutti li giullari !
Oppuro lassamo perde
e se godemo n'artro pochetto de pace,
de sto bel verde marcio.
De omini che parleno senza sapè
che stanno a di,
credendo che tu nun li poi capì,
perchè te manca er Karma,
manco fosse un piatto orientale
da comprà ar supermercato.
Ma l'anima de li mejo pinguini vostri
nati ar polo sud, sempre con rispetto parlanno per er polo sud,
e karmateve n'attimino,
mettete le ciavatte sur tappetino e fateve un riposino
de armeno cento anni così nun ce rompete più l'affanni.
Dichi?
Me chiedi che sto a dì ?
Anzi ora te dirò de morto de più.
Te dirò, arza l'occhi dentro de te
e vedrai tutto er sole che c'è.
Nun sa deve da cercà li mali nell'altri,
si nun prima scoprimo li nostri.
A fa troppo er pappone sapiente
se finisce pe fa la fine de quer deficente
che a furia de urlà alli quattro venti che ufficialmente nun possedeva niente
se ritrovò davero ad esse nullatenente.
Ultima modifica: 6 Anni 11 Mesi fa da Giancarlo Gravili*.
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #9

  • pierrot
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E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
tra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo.
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento

Salvatore Quasimodo

Febbraio 1945


Sono passati settanta anni, le stesse piazze, le stesse urla nere e crocifissioni nel dolore, ma noi, uno per uno pietosi, siamo in collettività, di più "erba dura di ghiaccio"

Allora esisteva il silenzio del lutto, oggi il silenzio più vuoto, e anche i canti.

Non saprei da dove iniziare per scrivere di sociale ma confido in Voi,

Un saluto
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la poesia come denuncia sociale 6 Anni 11 Mesi fa #10

  • Marina Lolli
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BELLISSIMA,qui c'e amore e religione ,e una grande denuncia ...
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