Quando penso al mio tempo di piccina
mi vien da dire che fu tremendo.
Relegata in un collegio d'orfanelle;
non per mancanza di famiglia
ma per troppa averne avuta.
Lunghe ore in quei meriggi
chiusa dentro un sottoscala
in perenne punizione
Grazie alla nomea
di bambina assai cattiva.
C'era da correggermi
o almeno un pò piegarmi.
Poi, mentre vagano,
i pensieri vanno oltre...
E se, anziché, le rimembranze
esser mie, fosser quelle di mia madre?
Allora avrei visto la guerra.
E il sottoscala, non più castigo
ma benedizione!
Avrei visto mio padre baciarmi in fronte
e partire col fucile, per mai più fare ritorno.
E mia madre, prostituirsi
perch'io avessi un pò di pane.
Avrei visto mani oscene
accarezzarmi e la mia amata,
picchiata a sangue per salvarmi.
No! No! Mai vorrei cambiare
i miei ricordi con i suoi,
né mai li cambierei
con chi -bambino di quel tempo-
ad esser ebreo si trovò.
Cosa non videro quegli occhi!
E quanti smisero di vedere
per divenir ricordi.
No! No! Non cambierei mai
con nessuno i miei pensieri.
Non con chi, seduto su un barcone
ha tremato, pregato e pianto di paura.
Non con chi -bambina- si è trovata a scuola,
clandestina; mentre la sua terra
salutava a testa china lo sventolìo
di un'assurda pezza nera.
Ah! Se potessimo riuscire
a costruire per il futuro mondo,
un album di ricordi, dove ognuno
di qualunque posto, credo, sesso
o colore che sia, vi trovasse un sorriso
rileggendosi la vita come fosse Poesia.
mi vien da dire che fu tremendo.
Relegata in un collegio d'orfanelle;
non per mancanza di famiglia
ma per troppa averne avuta.
Lunghe ore in quei meriggi
chiusa dentro un sottoscala
in perenne punizione
Grazie alla nomea
di bambina assai cattiva.
C'era da correggermi
o almeno un pò piegarmi.
Poi, mentre vagano,
i pensieri vanno oltre...
E se, anziché, le rimembranze
esser mie, fosser quelle di mia madre?
Allora avrei visto la guerra.
E il sottoscala, non più castigo
ma benedizione!
Avrei visto mio padre baciarmi in fronte
e partire col fucile, per mai più fare ritorno.
E mia madre, prostituirsi
perch'io avessi un pò di pane.
Avrei visto mani oscene
accarezzarmi e la mia amata,
picchiata a sangue per salvarmi.
No! No! Mai vorrei cambiare
i miei ricordi con i suoi,
né mai li cambierei
con chi -bambino di quel tempo-
ad esser ebreo si trovò.
Cosa non videro quegli occhi!
E quanti smisero di vedere
per divenir ricordi.
No! No! Non cambierei mai
con nessuno i miei pensieri.
Non con chi, seduto su un barcone
ha tremato, pregato e pianto di paura.
Non con chi -bambina- si è trovata a scuola,
clandestina; mentre la sua terra
salutava a testa china lo sventolìo
di un'assurda pezza nera.
Ah! Se potessimo riuscire
a costruire per il futuro mondo,
un album di ricordi, dove ognuno
di qualunque posto, credo, sesso
o colore che sia, vi trovasse un sorriso
rileggendosi la vita come fosse Poesia.
Commenti
Complimenti alla piccina!
Carla
Congratulazioni !
Un saluto, ciao.
In particolare ringrazio, per il suo commento Mybachpages.
Perché mi ha evitato di spiegare quale fosse il mio progetto nello scrivere il testo -avendolo spiegato lui molto bene-
Vorrei aggiungere solo qualcosa sulle bambine a cui l'Islam integralista vieta il diritto allo studio.
Noi (specialmente le donne) che abbiamo la possibilità di scrivere addirittura poesie; non possiamo dimenticarci di quelle bambine che saranno le donne di domani e che oggi vengono uccise se trovate in una scuola (che uomini e donne coraggiosi portano avanti clandestinamente)
Insomma, mettiamo nel nostro album dei ricordi chi non ha il diritto di averne uno.
Grazie di cuore a tutti.