Piovono rose sui banchi di scuola,
accompagnate da lettere d'amore
scritte con mano tremante,
con animo esitante.
I giovani audaci le hanno recapitate
anonime e altrettanto profumate,
si nascondono dietro un fiore,
dietro poche parole scritte col cuore.
Le ragazze ridono tra loro, galvanizzate,
rese felici da quel dono semplice
eppur complesso,
in fondo non capita così spesso.
Le tengono strette al loro petto
e fra una lezione su Dante
e un'altra su Nietzsche,
restano in ascolto
su ciò che l'intuito gli dice.
I ragazzi distratti
cercano di capire
se a conti fatti
sarà un sì
o forse un nì.
Il pessimista già dispera,
mentre la prof recita
"Alla sera",
l'ottimista crede di aver fatto centro,
che la inviterà per un caffè dopo il rientro.
Qualcuna l'ha gettato nel cestino
quel fiore così purpureo,
che grida vendetta
al cielo ceruleo.
Altre ancora non hanno capito
chi quell'omaggio ha ordito,
pertanto, tornano a casa senza sapere
chi é che le ama, chi é il cavaliere.
Qualcuna ha inteso di chi si tratta,
all'uscita cercherà il Romeo,
che con finta aria distratta
l'osserva da lontano,
e forse si prenderanno per mano.
Qualcuno non vedrà venirsi incontro nessuna,
perché in fin fine l'amore é spesso una fregatura,
una dolce tortura.
Perché qualcuna ha sì capito
ma non ha gradito...
forse il presente,
forse il mittente.
E ancora quella rosa
grida vendetta,
per esser stata gettata
così in fretta.