Ridenti nel piazzale,
scolari colorati,
dal sole son baciati,
mentre stanno a giocar.
Poggiate al davanzale,
guardano le maestre,
s’aprono le finestre,
per far la luce entrar.
Un vecchio col giornale,
sbirciando di soppiatto,
nascosto quatto quatto,
timido sta a guardar.
E in fondo al lungo viale,
una giovane mamma,
canta la ninna nanna,
al figlio da cullar.
Gli alunni nel piazzale,
finita è ricreazione,
riprende la lezione,
non vogliono ascoltar.
La fame ora li assale,
è quasi mezzogiorno,
dalle cucine intorno,
profumo di mangiar.
Poi un suono celestiale,
vibra la campanella,
già al braccio han la cartella,
lesti stanno a scappar.
scolari colorati,
dal sole son baciati,
mentre stanno a giocar.
Poggiate al davanzale,
guardano le maestre,
s’aprono le finestre,
per far la luce entrar.
Un vecchio col giornale,
sbirciando di soppiatto,
nascosto quatto quatto,
timido sta a guardar.
E in fondo al lungo viale,
una giovane mamma,
canta la ninna nanna,
al figlio da cullar.
Gli alunni nel piazzale,
finita è ricreazione,
riprende la lezione,
non vogliono ascoltar.
La fame ora li assale,
è quasi mezzogiorno,
dalle cucine intorno,
profumo di mangiar.
Poi un suono celestiale,
vibra la campanella,
già al braccio han la cartella,
lesti stanno a scappar.
Commenti
Complimenti, un caro saluto.