Piena e gravida di luce,
risplendi argentea nel cielo d'estate,
tenendomi compagnia nelle lunghe nottate.
Uno sguardo rivolto a te,
è un tuffo nell'eternità.
Te che sei imperitura,
e che governi anche la natura.
Satellite della nostra esistenza,
fin dai tempi antichi
a te si rivolsero gli occhi di un'umanità smarrita.
Guardo a te come avrà fatto qualche mio avo,
a te sospiro,
pensando come anche Nostro Signore
un giorno lontano, a te lanciò un acuto di dolore, invano.
Ma tu ferma e impassibile non ti scomponi,
nel tuo ciclo eterno
ti disfi e ricomponi,
nei secoli passati e in quelli avvenire,
custode dei segreti della gente,
confidente dei dolori e dei misteri di ognuno
che in te rifugia, lontano dai trambusti del giorno,
che a te guarda, isolandosi da ciò che sta intorno.
risplendi argentea nel cielo d'estate,
tenendomi compagnia nelle lunghe nottate.
Uno sguardo rivolto a te,
è un tuffo nell'eternità.
Te che sei imperitura,
e che governi anche la natura.
Satellite della nostra esistenza,
fin dai tempi antichi
a te si rivolsero gli occhi di un'umanità smarrita.
Guardo a te come avrà fatto qualche mio avo,
a te sospiro,
pensando come anche Nostro Signore
un giorno lontano, a te lanciò un acuto di dolore, invano.
Ma tu ferma e impassibile non ti scomponi,
nel tuo ciclo eterno
ti disfi e ricomponi,
nei secoli passati e in quelli avvenire,
custode dei segreti della gente,
confidente dei dolori e dei misteri di ognuno
che in te rifugia, lontano dai trambusti del giorno,
che a te guarda, isolandosi da ciò che sta intorno.