Larve del declivio
e della dispersione,
ombre che riempiono la valle,
vestigia del destino.
 
Spettri sinistri,
serpenti d’antri assurdi
e d’emozioni perdute.
 
Incoerenze di sogni
aleggiano come pipistrelli
sulle passività dell’anima
e come vampiri
succhiano il sangue della sottomissione.
 
La mia esistenza
si perde nei miraggi,
nella vergogna delle cose reali
e nella miseria d’una vita dignitosa,
come un abisso scuro e vischioso.
 
Creo una filosofia
e la uso come un abito,
sogno una religione
e la indosso come una maschera.
 
La malizia dei giorni
e i capricci degli eventi
precipitano nel cuore,
avvelenandolo.
 
Al suono della grande orchestra
passo nel vortice delle danze
e nelle conversazioni del riposo
sotto gli sguardi sdegnosi ed estranei
degli organizzatori dello spettacolo.
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Profilo Autore: Vincenzo Melino  

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Commenti  

nabrunindu
+1 # nabrunindu 22-09-2014 19:26
bravo! completa, una vera opera!la filosofia come abito, la religione come maschera, troppo forte, da studiare.

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