Quest’alba non ho visto l’alba.
Dormivo, suddito del sonno
o, voglia il cielo, di un qualunque sogno
a colori o anche in bianco e nero,
capace tuttavia di invischiarmi
in baie, sentinelle del passato,
nei vortici d’ermetico futuro
o nel presente minimo migliore.
Quest’alba non ho visto l’alba
e mentre l’ore si chiamano mattino
il sole, sì, l’ammiro con ritardo
ma lo assimilo di qualche raggio fa
levarsi a specchio dove finisce il mare,
bere il nero ch’ancor riveste i monti,
confuso un po’ in griglie d’antenne,
svogliata spia d’oasi a oriente.