E poso il cuor mio
su equinozi d’autunno,
su ellissi di luna
sfamate dal petto del silenzio.
Cenerò con apostrofi d’orizzonte,
l’anima s’ama di te
nel ritratto scaleno
del mio eterno divenire
e tu, addizione d’addio
inciso in curve di riverberi,
spoglia la pioggia dei miei sguardi
come acquerelli di Monet
e non c’è battito di parafrasi
sulle lavagne del tuo eco
e non c’è il graffio del tuo tempo
su questo esercizio di cielo.
L’anima s’ama di te
sui palcoscenici del pensiero.
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