Dudù sapeva di mare anche d'inverno,
quando la pioggia cade bianca
o quando non piove,
ma l'aria lo stesso bagna.
Dudù aveva gli occhi neri,
che si vedono anche al buio,
quando la luna è spenta
e non ci sono stelle.
Dudù aveva il sogno
di essere leggera,
per volare su un aquilone,
oltre i confini di quel deserto,
dove la sabbia le sbatteva addosso
e la teneva inchiodata alla terra,
tra la scura indifferenza o l'accanirsi della gente.
Dudù aveva la pelle nera
come la notte,
quando il silenzio fa paura
meno del rumore degli sguardi,
quando il respiro non si affanna
a cercare un altro fiato.
Intanto,
il sole volgeva e rivolgeva
il suo volto al mondo,
che continuava a girargli intorno.
Intanto, lo stesso ieri,
diveniva un nuovo giorno.
Dudù aveva la pelle nera,
gli occhi neri
e sapeva di mare
anche quell'alba,
quando con la sua veste rosa,
si fermò sulla scogliera,
inseguendo il sogno di liberarsi da quella prigione,
con la leggerezza di un aquilone.
Commenti
Hai raccontato con la leggerezza delle parole, con rispetto e garbo, ma hai saputo entrare nella tragicità dell'accaduto. Complimenti e benvenuto tra noi!
Buona Poesia a te. Ciao...^.^
Buona Poesia anche a te
Ti auguro una bella serata
Buono il ritmo e la lettura che risulta veloce senza intoppi o sussulti.
Per il resto concordo con Giò, ottima la prima!
Benevento anche da parte mia. Un saluto
Buona poesia e buona notte