"...non guardare il colore della pelle, ma chi ci vive dentro."
Ti vidi
che la musica ti danzava accanto
e rimasi,
di nascosto,
a guardarti
ch'era bello vederti ballare.
Ti vidi che correvi
e ch'era più veloce il tuo passo
di chi barava
per non farsi superare.
Ti vidi
che mi sorridevi
ma mi girai dall'altra parte
per non parlarti.
Forse l'autunno perde le foglie,
anche se ama i fiori,
cantavi per te sola,
mentre l'eco ti ascoltava.
Ti vidi sullo scoglio
con il vestito rosa
che ti copriva i capelli
ma non la bocca.
Avevi una mano chiusa,
forse per portarti via
qualche ricordo,
e l'altra aperta,
per lasciare che la vita
ti perdesse.
Ti vidi sollevare
come un vestito
riempito di paglia
a cui saltano i bottoni.
Ti vidi portare via
come un mobile da quattro soldi,
a cui non si presta attenzione.
Poi non ti vidi più
e capii
ch'ero stato io a non capire
quanto io fossi diverso
e quanta tua bellezza
si era persa.
Commenti
Questa poesia è nata come il seguito di Dudù.