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In questo spazio si possono pubblicare post inerenti alla cultura in genere: poeti, scrittori, quadri, film, musica ecc, per confrontarsi, discutere, ragionare e trovare l'emozioni che possono scaturirci.
Per non fare troppa confusione cerchiamo di aprire post settimanali, al massimo due a settimana.

ARGOMENTO: L'importanza del club

L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #11

  • Aita Carla
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Ma anche no. Hum...
L'autore, il "poetaro" è obbligatoriamente egocentrico, un po' narcisista perché non sarebbe portato sennò ad esporsi.
Che possa piacere o meno è altra cosa ché non tutti i gusti sono alla menta ma tutti agognano all'attenzione su se stessi e sui propri testi, ovvio.
Ultima modifica: 5 Anni 4 Mesi fa da Aita Carla. Motivo: refuso
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Ringraziano per il messaggio: Simone*

L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #12

  • Ibla
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A proposito di egocentrismo c'è una cosa che da tempo vorrei dire, che non mi è proprio andata giù: tempo addietro un poeta ha pubblicato una poesia scritta a quattro mani col suo bambino, mi sarei aspettata di vedere la partecipazione di tutti nel complimentarsi col bambino che per la prima volta si cimentava in quella che noi pensiamo essere la più bella occupazione del mondo.
Invece questo piccolo esserino è stato ignorato da tutti tranne che da me e da Carla Aita.
Non capisco come si parli tanto di sensibilità e gentilezza d'animo, quando poi non ci si mette nei panni di un piccolo che aspetta impaziente di sapere cosa hanno detto gli " amici di suo padre" della sua partecipazione al club.
Scusate per questo sfogo. Non sono abituata a scrivere nei forum, che ,però, leggo quasi sempre.
Ne voglio approfittare, visto che ho parlato di Carla, per dire che ha pubblicato il suo libro di poesie "Distanze a Nord" e farle i miei complimenti sinceri per la sua bravura.
Saluti a tutti.
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L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #13

  • Henry Lee
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Ibla ha scritto:
A proposito di egocentrismo c'è una cosa che da tempo vorrei dire, che non mi è proprio andata giù: tempo addietro un poeta ha pubblicato una poesia scritta a quattro mani col suo bambino, mi sarei aspettata di vedere la partecipazione di tutti nel complimentarsi col bambino che per la prima volta si cimentava in quella che noi pensiamo essere la più bella occupazione del mondo.
Invece questo piccolo esserino è stato ignorato da tutti tranne che da me e da Carla Aita.
Non capisco come si parli tanto di sensibilità e gentilezza d'animo, quando poi non ci si mette nei panni di un piccolo che aspetta impaziente di sapere cosa hanno detto gli " amici di suo padre" della sua partecipazione al club.
Scusate per questo sfogo. Non sono abituata a scrivere nei forum, che ,però, leggo quasi sempre.
Ne voglio approfittare, visto che ho parlato di Carla, per dire che ha pubblicato il suo libro di poesie "Distanze a Nord" e farle i miei complimenti sinceri per la sua bravura.
Saluti a tutti.

Chiedo perdono per questa dimenticanza, mi sento colpevole e cercherò di rimediare al giusto appunto di Ibla. A Carla ed alla sua grande saggezza faccio i miei complimenti per la pubblicazione, sperando che abbia il successo che merita.
Ad ogni modo mi sarebbero piaciute però anche due parole su ciò che questo forum ha chiesto, credo che sia interesse di molti. Sapere i diversi punti di vista della poesia e dell'artigiano che la mette nero su bianco serve molto probabilmente a conoscerci meglio.
Ti ringrazio Ibla per avermi svegliato e chiedo scusa ancora per la dimenticanza. Un caro saluto. HL.
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L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #14

  • Davide Bergamin
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Prima di tutto complimenti a Carla! Sono felicissimo per la tua pubblicazione, sono andato a sbirciare l'anteprima, ma già lo sai che ho un debole per il tuo modo di scrivere.
Per quanto riguarda il discorso di Ibla invece devo ammettere di essere all'oscuro della vicenda. Hai fatto bene a parlarne.
Concludendo dico grazie a Henry per il tentativo di riportarci all'origine di questo forum.
Un saluto a tutti.
Ultima modifica: 5 Anni 4 Mesi fa da Davide Bergamin.
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L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #15

  • Aurelio Zucchi*
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In tutto ciò che scrivo ed ho l’ingenua pretesa di chiamare poesia, i miei versi nascono da momenti particolari - molto particolari - all'interno dei quali mi sento potenzialmente, solo potenzialmente, capace di fermare attimi talmente irrinunciabili da richiedere, appunto, d’essere perentoriamente registrati. Solo per me? Essendo privo della qualificata preparazione del cosiddetto letterato, mi trovo puntualmente coinvolto nel moto perpetuo di due altalenanti necessità:

- da una parte, avverto forte il bisogno di adagiare parole che siano le più vicine possibile all'immagine dell’istante che sto lì per lì per raccontare: una sorta di alfabetizzazione del respiro;

- dall'altra, registro regolarmente la mia scarsa meticolosità nel rendere il verso apprezzabile. Lo apro, lo stendo e poi lo chiudo con la primissima voce dell’io narrante, senza la pretesa di doverlo tornire a tutti i costi.

Alla fine, il pezzo che vado così a comporre risulta l’unico in grado, in quell'angolo d’anima mia, di rappresentarmi ed io ne godo a tal punto da trascurarne gli effetti estetici su chi poi avesse la bontà di leggerlo. Ne godo, è vero, ma solo e soltanto per l’antica abitudine che ho di darmi agli altri.

La poesia, mi hanno insegnato, è una delicatissima arte da non disperdere nei nostri egoismi. E’ vero. Aspira ad essere universale solo se siamo capaci in misura anche elementare di rendere gli altri partecipi - quasi testimoni - delle nostre emozioni e di sprigionare in tal modo gli animi al confronto, al gioco dell’eterna caccia ai valori comuni.
Dovendo sintetizzare una delle fasi più intime del mio sentire, posso concludere affermando che l’incantesimo di certe speciali condizioni di scrittura, quelle nelle quali mi ricordo di essere persona tra le persone e persona tra le cose, io lo vivo quasi sempre in un dormiveglia costante. E’ l’ora fatidica, l’ora in cui preferisco non svegliarmi del tutto e non addormentarmi del tutto. Ciò mi consente di diluire in maniera felpata gli impulsi dell’oggi in quelli di ieri (la realtà e la nostalgia mai in combutta tra loro). Mi fa accedere al futuro, ad uno spazio ambìto cui vado incontro in una specie di preparazione al bello, alla buona analisi, al nuovo che verrà e al vecchio che mai butto in un burrone.
Forse é inquietante, certo è suggestivo, mi sono inventato la razionalizzazione di un sentire, il mio, che arriva puntuale, nuovo muscolo tra i muscoli, per fare in modo che, carne, non evapori e sia parte integrante del corpo che lo contiene. Rischio che possa accadere, un giorno, di non sognare più? No!
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Ringraziano per il messaggio: Silvana Montarello, Henry Lee, Davide Bergamin

L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #16

  • Davide Bergamin
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Grazie Aurelio, speravo intervenissi. Le tue parole sono una lezione interessante e utile. Questo forum l'ho avviato da lettore e non da "scrivente" del club, perché mi piace leggere quello che scrivono gli altri e perché mi piacerebbe che il sito avesse più lettori, (insomma, non c'è un perché :) ) ma per far si che questo avvenga è necessario che cresca la poesia pubblicata in numero e in sostanza. Probabilmente sono tra i meno titolati ad ingaggiare un discorso simile, certo conosco i miei limiti e sono consapevole del fatto che solo pochi membri hanno attitudini prossime ad un livello poetico altissimo, ma senza voler fare critiche cattive mi sono permesso di far notare che la poesia "incattivita" (mi scuso per la ripetizione) difficilmente farà crescere il sito (o chi la scrive) se si cerca solo di esternare senza sentire il bisogno di "accarezzare" i concetti e chi li legge. Il lettore di poesie deve essere accompagnato, attirato, persino soggiogato dallo scritto, non soltanto colpito. La poesia di puro concetto non è per tutti (non siamo tutti Bukowski) e non è l'unico modo di fare poesia. Ovviamente ognuno è libero di fare come crede, la mia è soltanto una idea nata dalla convinzione che sia necessario cercare di scrivere con cura anche sperimentando modi diversi di esposizione. Cambiando, e provando a dire come non avremmo mai pensato di dire, forse troveremo il nostro vero modo di scrivere. Mi scuso fin da ora per tutti gli strafalcioni che troverete qui e nei miei testi. Grazie.
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L'importanza del club 5 Anni 4 Mesi fa #17

  • Ibla
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Hai ragione Enry.
Io credo che chiunque scriva o pensi dei versi si possa definire "poeta" ma senza dare particolare risonanza a questo aggettivo, solo per identificare il soggetto che pensa e compone versi.
Il poeta è quello che non si accontenta di provare piacere o dolore, ma ha bisogno di sguazzarci dentro fino a rischiare di affogarci per essere sicuro di essere il solo ,esistente sulla terra, ad aver provato il vero dolore o la vera felicità.
È quello che ha bisogno di capire perchè i fiori devono morire, perchè l' amore non deve essere eterno e tutti i perchè di questo mondo devono abitare nella sua testa, mentre la sua testa non si deve mai sapere dove abita. Insomma non è questione di come uno scrive, di come mette la punteggiatura. Si nasce poeti o non lo si diventerà mai.
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Ringraziano per il messaggio: Henry Lee, Aita Carla

L'importanza del club 5 Anni 3 Mesi fa #18

  • fintipa2
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Ibla ha scritto:
A proposito di egocentrismo c'è una cosa che da tempo vorrei dire, che non mi è proprio andata giù: tempo addietro un poeta ha pubblicato una poesia scritta a quattro mani col suo bambino, mi sarei aspettata di vedere la partecipazione di tutti nel complimentarsi col bambino che per la prima volta si cimentava in quella che noi pensiamo essere la più bella occupazione del mondo.
Invece questo piccolo esserino è stato ignorato da tutti tranne che da me e da Carla Aita.
Non capisco come si parli tanto di sensibilità e gentilezza d'animo, quando poi non ci si mette nei panni di un piccolo che aspetta impaziente di sapere cosa hanno detto gli " amici di suo padre" della sua partecipazione al club.
Scusate per questo sfogo. Non sono abituata a scrivere nei forum, che ,però, leggo quasi sempre.
Ne voglio approfittare, visto che ho parlato di Carla, per dire che ha pubblicato il suo libro di poesie "Distanze a Nord" e farle i miei complimenti sinceri per la sua bravura.
Saluti a tutti.

personalmente non mi sento assolutamente in colpa. Considero la scrittura poetica come qualcosa di assolutamente personale e dunque non mi piacciono e non apro nemmeno i post a quattro mani, o a sei o le cosiddette corali, dovunque siano espressi. Scrivere è un'arte seria, all'interno della quale ci finiscono le problematiche umane, a mio parere e la poesia è la più misteriosa tra queste a cui si può attingere anche da piccoli come nel caso di Nika Turbina per citare una poetessa famosa e dunque come tale va considerata. In altri termini non ho nessuna preclusione nei confronti di versi scritti in giovane età e talvolta giovanissima purchè ci ritrovi l'autore\autrice e lui\lei soltanto e sia libero di giudicare l'artista poeta e non altro. ciao
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Ringraziano per il messaggio: Alberto Automa

L'importanza del club 5 Anni 3 Mesi fa #19

  • Henry Lee
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Davide Bergamin ha scritto:
Grazie Aurelio, speravo intervenissi. Le tue parole sono una lezione interessante e utile. Questo forum l'ho avviato da lettore e non da "scrivente" del club, perché mi piace leggere quello che scrivono gli altri e perché mi piacerebbe che il sito avesse più lettori, (insomma, non c'è un perché :) ) ma per far si che questo avvenga è necessario che cresca la poesia pubblicata in numero e in sostanza. Probabilmente sono tra i meno titolati ad ingaggiare un discorso simile, certo conosco i miei limiti e sono consapevole del fatto che solo pochi membri hanno attitudini prossime ad un livello poetico altissimo, ma senza voler fare critiche cattive mi sono permesso di far notare che la poesia "incattivita" (mi scuso per la ripetizione) difficilmente farà crescere il sito (o chi la scrive) se si cerca solo di esternare senza sentire il bisogno di "accarezzare" i concetti e chi li legge. Il lettore di poesie deve essere accompagnato, attirato, persino soggiogato dallo scritto, non soltanto colpito. La poesia di puro concetto non è per tutti (non siamo tutti Bukowski) e non è l'unico modo di fare poesia. Ovviamente ognuno è libero di fare come crede, la mia è soltanto una idea nata dalla convinzione che sia necessario cercare di scrivere con cura anche sperimentando modi diversi di esposizione. Cambiando, e provando a dire come non avremmo mai pensato di dire, forse troveremo il nostro vero modo di scrivere. Mi scuso fin da ora per tutti gli strafalcioni che troverete qui e nei miei testi. Grazie.

Non è forse il caso di lasciare alle spalle la pretesa di una poesia migliore e cercare di farci travolgere da essa? Davide (a me i nomi piace farli anche perché non sto accusando ma raccolgo un concetto espresso da una persona che ha nome e cognome, e dal momento che stimo profondamente Davide, mi permetto di farlo) scrive che il poeta dovrebbe anche sperimentare un modo diverso di scrivere se no rischia di stancare, e “solo pochi qui dentro hanno attitudini prossime ad un livello poetico altissimo”. E qui mi chiedo: qual è il metro di misura con cui classifico se un poeta ha attitudini alte o basse di poeticità, oppure se è stancante? Perché un poeta deve sperimentare altre strade se quella in cui cammina lo fa sentire sicuro e lo conduce a casa? Quali sono i limiti in tutto questo? Io credo che questi limiti non debbano esistere nella poesia, ma che essa abbia talmente un ampio raggio d’azione che rasenta l’infinito (e dico rasenta perché non so dove finisca questo infinito), che chiunque abbia desiderio di sfogarla ne abbia diritto senza essere etichettato. Sarà che sono un romantico, che credo talmente tanto alla poesia come modo di vivere che la vedo e la leggo ovunque senza pormi alcun vincolo. Io toglierei anche il menù a tendina che classifica la tipologia di poesia (amore, sperimentale, introspezione, ecc.), col termine poesia credo che la definizione sia già intrinseca. Dò ragione ad Alessandro Bergonzoni, artista che adoro follemente, quando afferma che abbiamo bisogno di più poeti e meno eroi, mi auguro che un domani (spero molto lontano) quando starò seriamente male ci sia un poeta al mio fianco e non un dottore che nonostante l’illimitata scienza mi venga a dire “non c’è più niente da fare”.
Mi sono iscritto in questo sito quando scrivevano Francesco (“mybackpages”) ed Antonia, con i loro versi travolgenti d’amore, che credevo sempre di essere un voyeur quando li leggevo, ma Dio solo sa quanto li ammiro per il modo di scrivere che hanno. C’era Hera, l’unica persona che ho trattato davvero male in questo sito, le avevo promesso di portarla via e non l’ho fatto, che con le sue poesie dipinte credevo di vivere in un’altra dimensione. C’era Grace, sempre innamorata di qualcosa o qualcuno. C’era Michele Rocco che mi augurava sempre liete giornate. E poi Ugo, Rita, Caterina e molti altri che non dimentico ma che non cito per non essere ancor più noioso. Ma tra tutti ho amo “New hope”, che ogni giorno spero scriva qualcosa, perché è quello che più ho ammirato in assoluto qui dentro e che ha scritto la più bella poesia che abbia mai letto (non me ne voglia nessuno). Questo sito spero ritrovi tutti questi poeti “dispersi” e che se ne aggiungano altri, quindi grazie del tuo appello Davide affinchè altri lettori vengano qui e ci arricchiscano. Scusate se mi sono dilungato troppo ma parlare di poesia mi aiuta a vivere meglio. Un caro saluto a tutti. HL.
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L'importanza del club 5 Anni 3 Mesi fa #20

  • Davide Bergamin
  • Avatar di Davide Bergamin
Grazie Henry, ti rispondo elevando stima alla seconda... Seriamente. Mi è piaciuto leggere tutti i nomi che hai citato e spero di ritrovarli qui prima o poi. Mi rendo conto che il mio discorso di partenza abbia un che di antipatico e credo che dopo tutte le risposte che si sono succedute in questo forum, ogni mia spiegazione risulterebbe superflua o banale. Nessuno può misurare la poesia, inutile tentare di spiegare altro. La mia era una semplice esortazione ad utilizzare di più il forum per quegli sfoghi che si vogliono trasformare in poesia, quindi non nati dalla poesia, e magari cercare di non trascurare quella cura che vorremmo trovare nel leggere gli altri. Poi, per carità, rispetto la poesia di tutti, ma siccome mi chiedo spesso se, per quello che scrivo, fosse possibile una stesura più comprensibile o musicale o chissà che cosa... Ecco, anche per questo motivo, volevo solo esortare al confronto e alla ricerca di quel qualcosa che anche Ungaretti diceva "non si sa che cosa sia". Grazie a tutti.
Ultima modifica: 5 Anni 3 Mesi fa da Davide Bergamin.
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