Un bel giorno, durante l'equinozio di primavera,i vari pianeti,le nebulose e le comete si ritrovarono tutti insieme per discutere sui massimi sistemi.

Il primo ad arrivare fu Giove con i suoi figli Ganimede,Io, Europa e Callisto che li mise subito sull'avviso di non giocare con le stelle cadenti e fare attenzione di non cadere nel buco dell'ozono.Poi arrivò Saturno,il solito snob,ingioiellato con i suoi innumerevoli anelli e la Via Lattea nella nuova versione senza lattosio.Seguirono Urano e Plutone con i loro innumerevoli figli che furono affidati alla Cometa di Halley che li portò a giocare con le stelle nane.Dovevano venire anche le nebulose di Andromeda,Orione, Aquila e Granchio ma erano talmente nebulose che non riuscirono a trovarsi e si persero nelle nebbie della Val Padana.

Anche se non invitate,si intrufolarono nel gruppo anche le Pulsar e le Quasar mostrando dei pass palesemente falsi rilasciati dalla Nasa. Arrivò anche la Terra ma,quando tutti si accorsero che su di essa c'erano guerre,pandemie,discussioni infinite sul cambiamento climatico,sul reddito di cittadinanza,sul progetto del ponte sullo stretto nonché sulle teorie dei terrapiattisti,la spostarono ai confini del sistema solare,contenuta dalle fasce di Van allen e dalla stratosfera.La riunione continuò con discussioni varie relative alla spazzatura cosmica dei vecchi satelliti meteorologici abbandonati che non venivano più ritirati il giovedì perché il nuovo appalto era stato affidato alla costellazione La chioma di Berenice che,purtroppo,se ne stava sempre dal parrucchiere e saltava il turno.Poi c'era Nettuno che si lamentava perché le lune di Marte venivano a stuzzicare i suoi innumerevoli satelliti ,giocando con le code delle comete di passaggio e il buco nero di Andromeda che voleva farsi sbiancare.

Per non parlare del Toro e del Capricorno che si scornavano perché erano entrambi innamorati del Cigno che se la tirava non poco e cercava uno con i soldi e,infatti, aveva puntato tutti gli occhi sulla Lira.

Insomma,cose dell'altro mondo, anche perché,tralaltro erano tutti preoccupati per la formazione di una nuova costellazione,quella degli Zebedei!

Per aspera ad astra!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Che sciagura!

Solo e sudaticcio sotto un sole settembrino,tra sinuosi sassofrassi e serpentelli sibilanti,mi assopii sotto un salice solitario,sognando una serie di situazioni stranamente surreali.

Sognai che ero seduto su un sofà di sughero del Sulcis e seguivo in streaming il sequel di Scarface sorseggiando uno spritz con dei salatini al salmone e salsa di soia in compagnia di un samurai di Sapporo,campione di Sudoku, seduto su uno scoglio a scaglie e più scoglionato che mai,che succhiava un sorbetto al sapore di  sesamo mentre il suo setter scodinzolava davanti ad una cagnetta schnauzer che sbavava di fronte ad una scodella di snack al sapore di suino senese in salsa di anice stellato e sorbole di Sorrento.

Per mille satanassi!

Mi sveglia tutto sudato di soprassalto e,per sollevarmi da questo sogno sconsiderato,mi spipazzai tre sigarette di seguito,feci un po' di stretching,indossai una salopette di Saint-laurent e salii in sella alla mia Suzuki superaccessoriata con la sella in piume di struzzo e raggiunsi i miei amici soci del “Sodalizio sociale scommettitori seriali” dove,purtroppo, persi un sacco di soldi rimanendo con il saldo a secco e le pive nel sacco…che sciagura!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Progettando un programma sulla produzione del provolone della provincia dell'isola di Procida prima della primavera,mi preoccupai che tutto fosse pronto e preordinato con precisione. Purtroppo non mi preparai in modo prudente per la mia solita prosopopea e così le cose, praticamente, precipitarono in modo prorompente tanto che durante le prove di proiezione inciampai in un predellino procurandomi una protuberanza nei pressi della prostata.Che pirla!Allora rinunciai al progetto e proiettai i miei programmi sulla produzione di abiti premaman in polipropilene e protozoi pretrattati al praesodimio impoverito secondo una prassi plurisperimentata e preordinata.Quindi,pimpante come una femmina di procione in procinto di procreare,affamato come un pranoterapeuta alla prima performance,mi preparai un bel paninozzo al prosciutto di Praga con praline di prugne e palline di propoli preconfezionate.Infine mi posai sopra un profumato plaid che mi aveva prestato una mia prozia per premiarmi per la mia promozione a procuratore aggiunto della provincia di Prato, dopodiché sprofondai in un sonno profondo sognando procaci prostitute di un postribolo di periferia in pose parecchio provocanti…perbacco!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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...con tutto il cuore

Sto andando a letto e Natale è finito da 4 minuti. Stamani mi ero alzato alle 6, più o meno la solita ora di sempre, e LUI era già nato. La prima volta che è successo avevo trentuno giorni, ero già carino anche se, come LUI, ero stretto in delle fasce di vari tipi di stoffa. Tutta roba scomoda che si bagnava al primo piccolo schizzo. I pannoloni erano, nel suo e nel mio Paese, un sogno lontano. Fossimo stati inglesi o americani avremmo sofferto meno per quei fastidiosi rossori che si propagano sul culetto e si espandono fino a fine coscia, che avrei scoperto in seguito chiamarsi inguine. Mai pensato ad una competizione nonostante avessi un mese e un giorno di vantaggio su di lui. E poi come si compete con UNO che è in grado di rinascere ogni anno nello stesso luogo, lo stesso giorno e alla stessa ora con quel po’ po’ di sceneggiatura? Io ero nato una volta sola e per ricordarsene bastava un dolcetto e un po’ di festa. Diversamente da LUI io avrei potuto in seguito cambiare lavoro, amici, donna, interessi, filosofie, credenze, vizi, modi di pensare.

Classe sociale diversa ovviamente, la sua arrivava alle stelle, la mia al limite più basso ma LUI, così unico e ben messo in quanto a potere, ha dovuto rispettare assolutamente i dettami di suo Padre senza mai poter cambiare di una virgola la sua vita.

E’ vero molti lo volevano morto fin dall’inizio, ma è anche vero che la monotonia di una vita troppo ripetitiva ed immutabile anche nei particolari spesso uccide o, comunque, non ti da quel po’ di empatia che servirebbe. In quanto ad amici io ero nettamente avvantaggiato su di lui, con Massiminino formavamo un duo vincente, io ero bellino e sapevo parlare come un futuro tuttologo, Massimino era zoppo e destava quella certa pietà che aiuta ad avere fortuna nella vita ed attenzione da quelle femmine che si eleggono a madri fin da piccole. Altro che il passare dalla “cruna di un ago”. LUI, al contrario di me, passava intere giornate a convincere con ostinazione delle sue idee e spesso era quello che doveva procurare il cibo e le bevute.

Entrambi puniti dalla casualità che fa della nascita un terno al lotto, pur lontani ere e continenti, siamo nati in città piene di mercanti e templi. Suo Padre era Trino, sua Madre una donna di classe, pudica, elegante, bella, onesta all’infinito, ancora oggi onorata. Mio padre lucidava posate d’argento per i ricchi, creativo fino all’ossessione non si è mai arreso, con guizzi d’intelligenza stratosferica avrebbe potuto ma non ci è riuscito… forse per la guerra o forse per la pace. Eccelleva come giocatore e pur perdendo fortune era un vincente. Nessuno come lui a tressette! Imbattibile! Mia madre era straordinaria e non voglio parlarne. Qualsiasi parola avrebbe la caratteristica di essere troppo e troppo poco nello stesso tempo.

A trentatre anni anch’io ho avuto la sua stessa possibilità di essere vittima del potere. La differenza sarebbe stata l’assoluta indifferenza religiosa e mediatica a ciò che mi riguardava e sarei semplicemente stato uno dei tanti morti per aver detto la verità. Stavo facendo un comizio nel quale condannavo il fatto che in una cittadina recentemente distrutta dal terremoto si stava approvando e finanziando il progetto di una diga dove non esisteva nessun fiume da irreggimentare o da costringere in un alveo. A comizio finito e tornando a casa la mia A112 fu affiancata da una fiat 1100 grigia dalla quale partirono diversi colpi di pistola e di fucile da caccia. Dio volle che nemmeno un colpo mi sfiorasse ma i mercanti erano gli stessi che Lo hanno crocifisso ed anche in quell’occasione vinsero loro.

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(Natale 2024)     

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Profilo Autore: Andrea Borselli  

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Flashback infantile.


L’importanza delle parole… ma quelle giuste, per capire quel che si dice, per capire come funziona il mondo. Invece un sacco di cose nella nostra vita si chiamano “coso” o “cosa”, con questi stessi due nomi anche se son cose completamente diverse; a volte persino persone: Coso Lì, il figlio di Cosa Là, quelli che abitano di fianco a Coso Come Si Chiama, hai capito di chi parlo, no? Che poi Coso Lì forse è cinese ed è cugino di Cosa Qua, che i nomi si somigliano e sono corti tipo Cin Ciang Ciuk e Coso Lì, che c’ha il negozio di cose, quelle che si usano per cosare il coso insomma… Tutto chiaro, no?

Comunque, basta divagazioni, era solo una considerazione a latere rispetto ad una scena balzata in mente all’improvviso dalla mia lontanissima infanzia, che ora vi narro.

Correva l’anno Boh, direi tra il ‘74 ed il ‘76 del secolo scorso perché, se il troppo distacco non mi inganna, andavo dalle suore all’asilo di giorno. Ma il racconto ha un avvio serale o notturno, non ero all’asilo in quel momento. All’epoca vivevamo in una casa fatta di due grandi stanze con la volta a stella cui era stata aggiunta una più piccola che fungeva da cucina con uscita sul cortile interno. Le due stanze grandi invece una aveva uscita sulla strada e ci dormivano mamma e papà, l’altra era in mezzo tra le due, senza finestre o porte esterne, e ci dormivamo noi, io ed i miei fratellini più piccoli, la sorellina non era ancora arrivata. All’improvviso mi ritrovo, invece che nella stanza nostra, nella “prima stanza” (così la chiamavo da piccolo) sul lettone con mamma e papà; ma non saprei dire se perché faticavo ad addormentarmi per chissà quale strano motivo (solitamente dormivo senza alcun problema dalla sera alla mattina) o (più probabile) qualcosa m’aveva risvegliato all’improvviso; fatto sta che ero sul lettone, c’era il rumore del proiettore¹, quello per guardare i filmini super8, ma sul muro sopra il letto non c’erano i soliti filmini nostri. No. C’erano due signore tutte nude e si infilavano due aggeggi nelle loro farfalline! Li infilavano proprio là dentro, quegli aggeggi. Quelle cose! Ed io stranito che fissavo senza capire mentre papà mi diceva di tornarmene a letto a dormire e di non guardare, mi misi a chiedere: «ma cosa sono quelle cose? Cosa stanno facendo quelle signore?» «Niente, non guardare, torna di là a dormire» … ma io ero davvero incuriosito: «Ma che cosa fanno? Che cosa sono quelle cose?» «Ma niente, vai… Sono… sono… sono i cosi del sale e pepe!».

Beh, sì, così aveva più senso, mi ricordavo che c’erano aggeggi più o meno di quella forma… vagamente… quasi somiglianti… che li agitavi sul piatto ed uscivano il sale o il pepe dai buchini in cima. Anzi mi ricordavo che avevo visto cosi simili anche per lo zucchero! Quindi più o meno avevo capito. Tornai a dormire.

Ma per un po’ di tempo, all’asilo, a volte guardando le altre bimbe pensavo tra me e me e mi chiedevo: «Ma perché si debbono mettere sale e pepe nelle farfalline? Mica sono da mangiare?!».

Per fortuna mi sentivo talmente tonto a non capire quel perché che non trovai mai il coraggio di chiedere a qualcuna di loro perché le farfalline si dovevano condire con sale e pepe!


¹: la multimedialità negli anni ‘70/’80 per chi era all’avanguardia e poteva permetterselo, quando ancora non si vedevano in giro i primi videoregistratori con le videocassette, erano questi proiettori a bobine di pellicola a passo ridotto, la “8 millimetri” o la “super 8”, con filmini a colori ma muti (avevamo anche la cinepresa “super 8” con cui girare quelli nostri amatoriali, oltre che poter vedere veri film comprando le bobine grandi e in quel periodo solitamente non si trattava di documentari o film d’autore, ma filmetti di tutt’altro genere!


06/12/2024


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Profilo Autore: ioffa  

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Il capretto passava/
ed il cuoco gridava: pelati!/
Alla fine del mese i menù già eran quasi finiti/
e io pensavo a mia madre e vedevo i suoi famosi bolliti/
il più buono era cotto coi fiori di zucca appassiti/
All'uscita dei bar i Campari andavan giù a litri/
io astemi ttrovavo il coraggio per poi tracannarli/
poi tornavo in cucinab a lessare i carciofi coi cardi/
e al telefono tu mi citavi le poesie di Leopardi/
Che anno è/ che giorno è/
questo è il tempo/ di diventare chef/
le mie mani come vedi non tremano più/
e in fondo all'umido/ ci metto l'amido/ 
e ceci intensi/ che dan sapore/
e un buon odore di stufato/ credi a me!/
Gnocchi al burro e telline e pentoloni/
dove scorrono dolcissime zuppe inglesi e zabaglioni/
L' uniforme da gran cuoco è dentro me/
Ma il coraggio di cuocere un rost-beef/ ancora non c'è!
Gli involtini di manzo/ si rivestono di nuovi sapori/
e le giovani quaglie si scaldan tra le foglie di alloro/
tra funghetti di bosco castagne e lamponi ai liquori/
Se mi aiuti in cucina di certo io ne verrò fuori!/
altrimenti io cambio mestiere/..farò il buttafuori!/
...che piatto è 
dentro che c'è…
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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Ho seminato zizzania tra un gruppo di zingari di Zagabria che rubavano zucche nei pressi di uno zuccherificio per farne delle Zigulì taroccate per la dieta a zona dei seguaci di Zoroastro.Dopodichè ho azzerato il mio cronografo Zenit in puro zirconio,sono salito sulla mia Alfa Zagato color zenzero e,più gasato di Zorro,sono andato al concerto di Renato Zero a Zafferana Etnea in compagnia di mia zia Zoe e del suo cagnolino Zizì che zampettava come una zecca impazzita.Poi siamo andati al ristorante Zanzibar a gustarci una bella zuppa con fiori di zagare, una zarzuela alle zucchine e delle zeppole con zucchero di canna innaffiate da uno speciale zibibbo.

A fine giornata sono tornato a casa,ho acceso uno zampirone antizanzara,ho spalmato una crema agli ioni di zinco per le zampe di gallina,ho fatto un po' di zapping in TV,mi sono ravviato la mia folta zazzera e ho preparato lo zainetto per l'indomani.In fine,rimbambito più di uno zebù dello Zaire dopo un accoppiamento con una zebra dello Zambia,mi sono tolto un piercing di oro zecchino dallo zigomo e mi sono addormentato sprofondando in un sogno terribile.Ero su una zattera senza zavorra,vestito come il mago Zurlì, in compagnia di una zappatore con i pantaloni alla zuava che suonava una zampogna bucata color zafferano da cui zampillavano gocce di zabaglione…e basta là,ne ho già pieni gli zebedei!

Così parlò Zarathustra!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Alternative

Cacofonia 1: dissenteria del  tecnico del suono

Cacofonia 2 : possibilità di parlare per i cachi

Intervento: aria prodotta da una squadra di calcio

Rhomanzo: bovino padano

Ippocampo: prato per allenamento cavalli

Dondolando: prete altalenante

Marmellata :distesa d'acqua cremosa

Carmen : uomini automuniti

Scimunito: cretino con gli sci ai piedi

Sostanza: locale allarmato

Cappuccetto rosso in epoca digitale:
attenti al loop... 

Africano col pannolone:
Incontinente nero

Cavillo: cavallo coi tacchi a spillo 

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Ho incontrato un pinguino affetto da pinguedine per abuso di merendine Kinder Pinguì, che stava raccogliendo un salmone malato di salmonella che era stato gettato via, scambiandolo per un palombo, da un palombaro che di notte faceva il palo in una banda di Palau e di giorno faceva il baro in una bisca all'interno di un bar della Barbagia con l'insegna di un barbagianni perché il titolare si chiamava Gianni e aveva la barba... che fantasia!!

Il pinguino era scappato, per una strana circostanza, da un circo circa alle quattro di notte e si era rifugiato in una pineta piena di pini di proprietà di un certo Pino e di sua moglie Pina che andava matta per gli arbres magiques al profumo di pino appesi nella sua vecchia Alfa.

Prima aveva una Lancia Delta e con la sua cagnolina Beta andava a prendere i croccantini in un negozio che aveva una vasta gamma di prodotti, dalla A alla Z. Comunque, tutto sommato, dividendo il totale e togliendo la tara dal lordo, una volta trovato il netto, con il resto degli addendi dell'addizione, si addiviene addirittura ad un addebito accreditato abusivamente sul conto di un accademico di Acapulco, accanito amante di acronimi, acrostici, asparagi, astici delle Asturie, pellicce d'astrakan e decisamente contrario agli auspici degli aruspici... accidenti, però!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Scusi, lei, da dove viene? Dalì, da quel Canaletto nei pressi di quella Fontana appena dietro quel passo Carrà.

Ero insieme al mio amico Giorgione , un tipo un  poco Beato Angelico e dai Modigliani molto Gentileschi. Arrivare qua era stato molto Durer, avevo il cuore in Gauguin, un gran mal di Schiele e le mani Signac dal Freud!  Che mi venga un Arcimboldo!

Per fortuna incontrai El Greco che mi diede un passaggio sulla sua Toulouse-Lautrec nuova fiammante color Bronzino, appena comprata da un certo Leonardo da Vinci che però l'aveva spennato come un Pollock.

Mi accompagnò da mio macellaio Cimabue dove comprai  in Monet sonante del Carpaccio, del Bacon e qualche Pollaiolo che poi cucinai con foglie di Nespolo per farli diventare belli Rosai e, in effetti, il piatto risultò molto Bueno e dal gusto niente Masaccio!

Mi versai da un piccolo Botticelli sette o otto Guttuso di un buon Verrocchio ma mi beccai una grossa Balla, caddi a terra strisciando come un Vermeer tanto che vidi in delirio uno stuolo di Angeli sopra un Bansky con una Rotella e un grosso Caravaggio che faceva proprio Schifano!... Oh porca Goya... Bay Bay, ragazzi... Scialoia!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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