Lo so che ho il viso immerso
in un secchio di sangria
Mentre l'assassino è morto
in un vaso di allegria

Con le donne quelle stanze
si riempiono di giardini e rugiada
Sono i misteri delle danze
di noi che non balliamo sulla strada

Ma con questo caldo improvviso
ogni tanto sbuca un fiore
che non basta per un paradiso

Qui si sta sudando da passare un mocio
Poveri cristi senza croce
ma inchiodati a un incrocio

Ma poi ti giri di lato
e vedi i primi giardini di marzo
Bianchi dell'ultima gelata
che il filo d'erba più fragile sembra quarzo

Per un secondo benefici dal semaforo rosso
che fa dimenticare l'inverno
con un tempo impazzito che cade in un fosso
che piange un ghigno stavolta diverso

E quel giardino adesso è disgustato dalle spose
Allergico al sesso
e alle sue stesse mimose

E quel giardino voleva rimanere a maggese
Sta male per sconosciuti che stanno bene
Orpelli e bellezza e quelle superficiali pretese
di chi per vuoto profondo
beve per fame e mangia per sete
Profilo Autore: Nicola Matteucci  

Questo autore ha pubblicato 494 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Collegati o registrati per lasciare un commento.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni sui cookie e per gestire le preferenze sui cookie (di prima e/o terza parte) si invitano gli utenti a visitare anche la piattaforma www.youronlinechoices.com. Si ricorda però che la disabilitazione dei cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del Sito e/o limitare il servizio.