E c’è un assaggio di te
in questa letteratura d’inverno
che hai scordato nel mio infinito
ed ora che il cuor è un vento leggero
posato sulle equazioni della vita,
raccogli l’abecedario di un tramonto
e sposalo col respiro del nostro eco.
Spezza un raggio di luna,
gettalo in una passeggiata di sguardi,
ricordi ancora il dolce odore
dei nostri giorni senza parole?
Ho solo l’indirizzo del cielo
a carezzar pagine d’universo
e tu non ci sei a cucirti d’eterno
come una margherita al suo prato,
in questo pianto di solitudine
nascosto fra i ricordi.