Bacio appassito
tra le pieghe del tempo
profumo che inebria
ricordo lontano
parole antiche
scritte con cuore.
Notte stellata
brilla negli occhi
una voce giunge
da nuovi orizzonti.
Calda voce
l'abbracci, la vivi
la sogni
ed è primavera
si posa sul viso
a cancellar
tristezza d'inverno.
Da sacchi colossali
son corde sciolte di ghiaccio verde,
inargentano il colle che risaliamo
nella speranza di una sosta felice.
Le nubi hanno spazzato dell'inverno le favole
e sulla piazzetta non dorme più la mia dolce amante,
deserto il porticato
ha una fresca luce di limoni.
Ricordo bene il tempo delle lune spente
delle porte sbattute contro il vento
del mio non dormire per non sognarmi addosso.
Ho ancora sulla pelle quelle notti
i fiori recisi regalati al cielo
e le lacrime nel vederli cadere senza saper volare
Non erano farfalle
e non mi sentivo meno sola a vederli
come me senza le ali
ritrovare il nome nel perdermi in parole
ricucendo ai rami le foglie ancora verdi
non cadute che autunno non si sbaglia
strappate a morsi poi sputate a terra
come fossero niente
Colgo il silenzio tra i fianchi denudati e il cuore
e finalmente è ancora Primavera.
Danza leggiadra tra boschi
dove gli alberi di nuovi abiti
vestiti sorridono accarezzati
dal vento
nell'aria profumi rinnovati
freschi al sentore
ridanno vita al cuore
Fiori ammantano
varietà di colori
l'arcobaleno ha cambiato dimora,
musica dolce accompagna
l' allestimento dello
spettacolo che va ad iniziare
Tutto è un fermento,
il sole è più caldo
la pioggia birichina
piange emozionata
ripulisce il tutto
dal grigiore dei mesi passati
Danza leggiadra la Primavera
è rinata come ogni anno
portando doni
nuovi amori
La Natura madre perfetta
si cura della piccina
crescerà rigogliosa,
la sua breve vita sarà
sicuramente meravigliosa
Rivivono le viole
spegni quel fuoco
riaccendi te stessa
senti la primavera
fresca
dolce trambusto di suoni
dolce malinconia
dell'autunno passato
sfilano i colori del mondo
t'addormentasti BAMBINA
ti risvegliasti DONNA
tra i gigli della ferrovia
una dolcezza nuova
Il mio mare è in fiamme
Sulle irti pianure
Il sole forestiero
Sorride tristemente
Piove nell’azzurro cielo
Inquinato dai focolai selvaggi
E tiepidi sussulti
Di carezze di donna
Istigano in me
La dolcezza nuova
risvegliati Tu
t'aspetto tra i ciliegi...
S’illumina l’orto sotto il vermiglio
Cielo. Lo guardo dal ciglio
Di un esile rivo,
da tempo ormai privo
di acqua vitale per campi ed erbe.
Maturan le acerbe
Ciliegie i gialli limoni,
si esala l’odor di ardenti carboni.
Ed il cuor all’amore
Si apre come un esile fiore:
è primavera.
Il grido di un’aquila nera
sorvola e squarcia il mio destino.
Le piume di questa aquila nera
mi coprono e divento leggera.
Dall'alto vedo l'orizzonte lontano
non è il mio....questo è colorato.
Forse il volo è troppo alto per me
è un volo proibito, scendo in picchiata.
Vicina al suolo mi acceca la bellezza
e mi libra cullando leggera e fresca brezza.
La bellezza mai vista...poichè ero diventata cieca
e bevevo solo speranza che non sempre disseta.
L'ombra di un’ aquila nera
spaventa e sorpassa un’anima vera.
L'ultima lacrima che verso per te è stasera
domani..sarò il fiore dell’albero
che scorgo dalla mia finestra,
mi aprirò per far sentire la mia essenza
e il mio dolce profumo
ho un accordo con la luce e la sua presenza
nel mattino esploso di questo domani...
sarà la mia salvezza che ora è nelle mie mani.
L'ultimo grido del mio cuore che si dispera...
e poi la pace...domani è primavera.
Sono rinata dallo squarcio di un grido
che spettinava i miei pensieri
sparpagliando ovunque lacrime e colori neri
fa male...ma sono io....
faceva male....a mezzanotte tutto questo
sarà...ieri.
delle piogge,
del gelo
del vento,
il cielo si apre
in un abbraccio
di profumi e colori.
Sinfonia di suoni
desta la vita
dal suo letargo.
Vibranti corde
echeggiano nell’aria,
in un arpeggio
di natura,
da mesi dormiente.
Verrò fuori da questa muta
mi vedrai scendere dal ramo
unico frutto rimasto, fuori stagione
stanco, al gioco del vento con la pioggia
Mi laverai l’odore della stasi
e di vaniglia mi coprirai con gli occhi
saremo effluvi di spore e grovigli di grano
gridi di rondini e ronzare d’api
Tutto il giardino feconderemo
di acque contagiose
sciami di uccelli sbocceranno
gli stami si gonfieranno dei pistilli
e sangue caldo sveglierà i serpenti
Confusione d’amore, ordine antico
anche tu sai che non si spiega
Imperatore dell'universo
che tiepido incombe
sulla natura spenta
tra scomodi arbusti
e aridi campi
per bruciare il gelido inverno...
Spuntano
timidi germogli
che aprono i petali
al cielo,
un caldo bozzolo
che dona alle nuvole
una farfalla dorata...
Battiti di palpebre,
schiudersi di occhi,
leggera magia
che sfiora con dolcezza
l'armonia di un risveglio tardivo...
Boccioli freschi
che liberano calde creature
dal sonno prigioniero,
un soffice sospiro che le solleva
e le trascina nei prati del sorriso...