Riporto pari pari da "Palazzo Chimera", all'interno di "forumcommunity", alcune spiegazioni su come gestire i tanka per noi italiani:
"Per poter scrivere un Tanka bisogna tener presente che in giapponese non si contano le sillabe, come invece avviene in italiano, ma gli onji, i segni grafici dell’alfabeto giapponese, la “n” costituisce sillaba, non esistono dittonghi per cui le vocali vicine vanno sempre contate come appartenti a due differenti onji, le vocali lunghe corrispondono a due onji. Per cui è impossibile scriverli secondo la metrica giapponese e quindi si può seguire la divisione sillabica ortografica italiana;
Pertanto:
Quinario: accenti sulla prima o sulla seconda e quarta sillaba.
Settenario: accento importante sulla sesta mentre gli altri si possono mettere o sulla 1ª/3ª o 1ª/4ª o 2ª/4ª o 2ª/5ª.
Valgono anche le regole della sinalefe e della dialefe e altre."
È affidabile come spiegazione della metrica da usare? Non lo so, di sicuro è la più dettagliata che ho trovato e rispecchia quel che pensavo, cioè utilizzare normalissimi settenari e quinari secondo la metrica italiana, la lunghezza del verso non si baserà sul conteggio delle vocali ma sul sistema italiano di gestione delle sillabe in ciascun verso della poesia, compreso l'accento finale per determinarne la lunghezza includendo quindi l'eventuale distinguo tra versi piani, tronchi, sdruccioli, bisdruccioli ed applicando sinalefi e dialefi come richieste dalle regole della metrica italiana. Ok, ciancio alle bande, ecchive 'sto tanka pieno d’allegria.
Intrappolato
in questa vuota vita
d'eterno inverno,
ogni speme finita
mentre solco l’inferno.
16/06/2023
"Per poter scrivere un Tanka bisogna tener presente che in giapponese non si contano le sillabe, come invece avviene in italiano, ma gli onji, i segni grafici dell’alfabeto giapponese, la “n” costituisce sillaba, non esistono dittonghi per cui le vocali vicine vanno sempre contate come appartenti a due differenti onji, le vocali lunghe corrispondono a due onji. Per cui è impossibile scriverli secondo la metrica giapponese e quindi si può seguire la divisione sillabica ortografica italiana;
Pertanto:
Quinario: accenti sulla prima o sulla seconda e quarta sillaba.
Settenario: accento importante sulla sesta mentre gli altri si possono mettere o sulla 1ª/3ª o 1ª/4ª o 2ª/4ª o 2ª/5ª.
Valgono anche le regole della sinalefe e della dialefe e altre."
È affidabile come spiegazione della metrica da usare? Non lo so, di sicuro è la più dettagliata che ho trovato e rispecchia quel che pensavo, cioè utilizzare normalissimi settenari e quinari secondo la metrica italiana, la lunghezza del verso non si baserà sul conteggio delle vocali ma sul sistema italiano di gestione delle sillabe in ciascun verso della poesia, compreso l'accento finale per determinarne la lunghezza includendo quindi l'eventuale distinguo tra versi piani, tronchi, sdruccioli, bisdruccioli ed applicando sinalefi e dialefi come richieste dalle regole della metrica italiana. Ok, ciancio alle bande, ecchive 'sto tanka pieno d’allegria.
Intrappolato
in questa vuota vita
d'eterno inverno,
ogni speme finita
mentre solco l’inferno.
16/06/2023
Tanka 5-7-5--7-7
Tanka della voce
Finestra aperta,
cantano gli uccellini
con voce esperta;
ma la tua melodia
è l’unica poesia!
Tanka degli occhi
Splendono verdi
vivaci sempre attenti
e sorridenti
ma sei troppo lontana
dalla mia buia tana.
Tanka delle labbra
Paiono dolci,
sottili e definite
nel bel sorriso
ma loro morbidezza
mai abbiam condiviso.
Tanka dell’amore
Brucia il mio cuore,
non fa altro che pensarti
in tutte le ore,
ma tu non ne sai niente,
ti sogno inutilmente.
22/05/2023
Tanka della voce
Finestra aperta,
cantano gli uccellini
con voce esperta;
ma la tua melodia
è l’unica poesia!
Tanka degli occhi
Splendono verdi
vivaci sempre attenti
e sorridenti
ma sei troppo lontana
dalla mia buia tana.
Tanka delle labbra
Paiono dolci,
sottili e definite
nel bel sorriso
ma loro morbidezza
mai abbiam condiviso.
Tanka dell’amore
Brucia il mio cuore,
non fa altro che pensarti
in tutte le ore,
ma tu non ne sai niente,
ti sogno inutilmente.
22/05/2023
Ramo di vischio
sfreccia morte per Balder-
pianto di Freya
bacche bianche dà vita
auguri di natale
N.B. Per una corretta interpretazione alla mia composizione questo Tanka nasce da una leggenda secondo la quale la dea Freya aveva due figli, Balder il generoso e il malvagio Loki, così invidioso del fratello da volerlo uccidere con un ramo di vischio avvelenato trafiggendolo. Alla vista della morte dell’amato figlio Freya, disperata, proruppe in un pianto inconsolabile, proprio sopra i rametti di quella innocua pianta che aveva dimenticato di interpellare, poiché chiese precedentemente a tutti gli esseri viventi di ogni specie di proteggere il suo amato Balder. Sulla pianta le sue lacrime miracolosamente si solidificarono, diventando bacche bianche, e col potere del suo amore avvenne il miracolo più grande di tutti: Balder tornò in vita!
Da quel momento la dea Freya ringrazia chiunque si scambi un bacio sotto i rami del vischio, donandogli la sua protezione. Da questa antica tradizione deriva il significato di amore, fortuna e buon augurio che questa piccola pianta ha ancora oggi.
sfreccia morte per Balder-
pianto di Freya
bacche bianche dà vita
auguri di natale
N.B. Per una corretta interpretazione alla mia composizione questo Tanka nasce da una leggenda secondo la quale la dea Freya aveva due figli, Balder il generoso e il malvagio Loki, così invidioso del fratello da volerlo uccidere con un ramo di vischio avvelenato trafiggendolo. Alla vista della morte dell’amato figlio Freya, disperata, proruppe in un pianto inconsolabile, proprio sopra i rametti di quella innocua pianta che aveva dimenticato di interpellare, poiché chiese precedentemente a tutti gli esseri viventi di ogni specie di proteggere il suo amato Balder. Sulla pianta le sue lacrime miracolosamente si solidificarono, diventando bacche bianche, e col potere del suo amore avvenne il miracolo più grande di tutti: Balder tornò in vita!
Da quel momento la dea Freya ringrazia chiunque si scambi un bacio sotto i rami del vischio, donandogli la sua protezione. Da questa antica tradizione deriva il significato di amore, fortuna e buon augurio che questa piccola pianta ha ancora oggi.