‘‘Mi basterebbe sfiorare con le dita
l’arena impudente che hai incantato
col tuo passo greve
tra parole non dette, ma sollevate nella sabbia’’
<…che gioca a restarti tra le dita con i suoi granelli>
‘‘Mi basterebbe soffiare sul vento dei tuoi ricordi,
quello che arriva comunque…
puntale, mai in ritardo a solleticarti la fronte
e le ciglia in quell’arcolaio di idee rimescolate,
un po’ sbronze che copri col cappello’’
<solo un po’, e più in là intanto sciogli i tuoi capelli>
‘‘Mi basterebbe un chicco di riso
per seminare di nostalgia l’acquazzone
solo un pò più in là, lontano da te...
E con l’aspo riavvolgere a colori
i tuoi giorni di silenzio… ti aiuterei a dimenticare.
Un filo come gli altri... rosso di pioggia e di stanze.
Rosso, di seta’’
<La seta di quel vestito del colore dei tuoi occhi
mi ha incantato come il temporale sulle tue ciglia
che velano un altro modo che hai trovato per tornare,
con un filo di nostalgia.
La nostalgia, una di quelle giostre dove nessuno
ti viene a prendere.
E resti lì sulle tue orme che frattanto si rimescolano,
mentre sulla piattaforma gli animali di legno
sono fermi e sorridono>.