Ho il vento tiepido della primavera
nelle mie mani
e serrando con dolcezza il pugno
lo porto al cuore
e mi riscaldo.

Ora questo vento
è vento d'estate,
caldo
come questo mio cuore
che arde
brucia.
E diventa incendio.

Ora la fiamma
lentamente si fa più timida
ed ora questo incendio
è un falò.
Il vento è quello mite
dell'autunno.

Si è spento il fuoco,
ed il vento dell'inverno
si è fatto freddo
gelido.
Ma il cuore batte
e vive ancora.

Ma questo fuoco
alimentato dal vento
delle stagioni
anche se spento
ha lasciato la brace
che ancora vive
del ricordo
dell'antico fuoco
e ancora dà calore.

Siamo brace
viva e calda
non siamo cenere
almeno fino a quando
il vento non spegnerà
anche l'ultimo
fuoco fatuo.
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Profilo Autore: Luca  

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Commenti  

Prismatico
+1 # Prismatico 23-03-2023 16:14
Dolceamara verità, nulla è per sempre... Complimenti per questi versi riflessivi e piacevolmente malinconici.

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