divorata dalla lingua
ti sembra un breve tratto
la cavità del solco sul
mio corpo rovesciato
nella regola che
segue il mondo
la pella cieca e aperta di
un decollo a smaltimento
che odore sconfinato la
prepotenza dei capelli
nel pudore abbandonato
dietro asfalti e carreggiate
e ora senza luce
ti occupi del tempo
con un camice sul collo
e lo sguardo incatenato
di un cadavere suicida.
ti sembra un breve tratto
la cavità del solco sul
mio corpo rovesciato
nella regola che
segue il mondo
la pella cieca e aperta di
un decollo a smaltimento
che odore sconfinato la
prepotenza dei capelli
nel pudore abbandonato
dietro asfalti e carreggiate
e ora senza luce
ti occupi del tempo
con un camice sul collo
e lo sguardo incatenato
di un cadavere suicida.
Commenti
leggo in quella chiusa qualcosa che forse invoca clemenza .
Un saluto Jean