Il fuoco accarezzava la trave
come dita sottili una chitarra
Fra le dispense chiuse a chiave
sfondate da chi sgarra

Il mondo a un certo punto si sdraiò
sopra il lettino
Con l'intestino andato per i dubbi:
sarà "comò" o "comodino"?

Ma il fuoco c'era eccome nel vecchiume secco
di una donna sola che accumula di tutto
Una canzone che stona, d'inverno lo scirocco
Le fasi della felicità son le stesse del lutto

Caddero sanguinari
per mano di altri sanguinari
e cadde la semplificazione critica
nella glorificazione dei diari

Cadde, cadde di bicicletta
chi per natura vive di rotelle
ma comunque fermo aspetta

Il mondo rimugina depresso
sul lettino di pelle nera
Non è colpa sua se è così complesso
e piange come piange una candela

Il mondo che si scorda numeri e nomi
Tanto stagnano nell'acquasantiera di Silente
Ai loro tempi risolvevano coi manicomi:
siamo la prova che non hanno risolto niente.

Il fuoco ora accarezzava i confini
degli spazi assegnati dalla Commissione dei Camini;

il fuoco ora invadeva la casa:
è il solo modo per uscir dalla cimasa.
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Profilo Autore: Nicola Matteucci  

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