Mario è un ometto anziano, tranquillo. Ha un cane, un gatto, tre galline, una misera pensione e una casa non sua. La vita gli ha tolto tutto il resto. Sposato, da tempo vedovo, con due figli ormai lontani, lui dice all'estero, per non far intendere che non sono più interessati alla sua esistenza.
Vive da solo in un casolare, ai margini di una elegante cittadina del nord. Il proprietario era un suo vecchio e caro amico che non voleva affitti o altro. L'unico impegno preso, era quello di tener sempre in ordine la casetta e quel poco di terreno intorno ad essa. Alla morte dell'amico, i figli di quest'ultimo, con molto tatto, dissero a Mario che col tempo avrebbe dovuto lasciare libera la proprietà...col tempo.
Da tempo Mario sentiva parlare di quel centro commerciale.
-Proprio qui devono fare un'altra "cattedrale"!
Diceva, imprecando, quando qualcuno lo veniva a salutare.
Il...col tempo...arrivò presto e ricevette la lettera di sfratto. Mario pensò, -alla mia età, mica mi possono mettere per strada, capiranno! Neanche rispose alle successive lettere. Una sera, come tutte le sere, mentre si apprestava a chiudere le imposte, notò del movimento intorno alla casa.
Il cane abbaiava e suonarono alla porta. Aprì, erano due "cravattati", come li chiamava lui. 
-Buona sera signor Mario
Lui non rispose ma fece un cenno con la testa. -Avrà sicuramente ricevuto le nostre lettere e saprà che domani cominceranno i lavori di scavo e la casa verrà abbattuta, lo sa vero? 
Mario fece un altro cenno con la testa, quasi consapevole di quello che avevano detto.
-Confidiamo in lei, buona sera.
Richiuse la porta, si fermò a pensare e poi riprese a fare quello che stava facendo. Si preparò la cena, mangiò tranqillamente e guardò anche la tivù, il solito film in bianco e nero. Andò a letto, presto, come sempre.
La mattina dopo, di buon'ora, aprì le finestre e stranamente...nessun movimento all'esterno. Niente ruspe, niente camion, niente di niente.
Cavolo! pensò, è stato solo un sogno.
Contento, accarezzò il gatto, diede da mangiare al cane, alle galline e raccolse un paio di uova nel pollaio. Era una giornata stupenda. Verso mezzogiorno, sentì il rumore di un'auto sulla strada bianca e polverosa. Si fermò davanti al portone, scese un giovanotto alto e ben vestito, Mario lo vedeva dalla finestra. Aprì la porta e...
-Papà, non mi riconosci, sono Gino, c'è anche Piero con me.
Erano i due figli. Li accolse in casa che non stava nella pelle dalla felicità. Dopo vari saluti, abbracci e baci, il piu grande dei due, Gino, uscì dicendo:
-Sai papà, abbiamo pensato di portarti a vivere con noi, su in Germania. Abitiamo vicini e abbiamo costruito una casetta che sarebbe l'ideale per te.
Mario non trovava le parole per rispondere, come al solito, annuiva e sorrideva, sorrideva...
Rimasero così tutto il pomeriggio e la sera, a cena, tra una pietanza e l'altra, sempre Gino:
-Domani dobbiamo andare al comune per le "carte".
La mattina dopo andarono tutti insieme .
L'impiegato comunale chiamava per numero e nome.
-Numero 47 signor Mario...numero 47 signor Mario...signor Mario, signor Mario...Mario, Mario... MARIO, SVEGLIATI!
Ci sono le ruspe!
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Profilo Autore: Loris Marcato  

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Commenti  

Ibla
+2 # Ibla 16-07-2017 16:07
Mi ha fatto venire i brividi!
Sopratutto per la muta rassegnazione di Mario.
Ormai gli anziani non si aspettano più nulla. Osano sperare in un po di amore e di rispetto soltanto nei sogni.
Molto apprezzato.
Caterina Morabito*
+1 # Caterina Morabito* 16-07-2017 22:52
Scorrevole e molto suggestivo.
Come Mario migliaia di anziani costretti in solitudine , persone fragili che molto spesso, hanno più bisogno di compagnia che di aiuto materiale.
Complimenti
Davide Bergamin
+1 # Davide Bergamin 17-07-2017 10:47
Complimenti.... veramente un piacere da leggere. Argomento delicato e pesante gestito con cura. PELLE D'OCA!
Tea
# Tea 12-05-2018 13:43
...ciao Loris... non avevo ancora letto e non sapevo che scrivevi anche racconti...e sei bravo! Mi è piaciuto molto...un saluto

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