Come gemme incastonate nel cuore, i ricordi vivono dentro di noi.
Questo per dirlo in senso poetico, ma si potrebbe anche dire che i ricordi sono come una malattia inguaribile, un virus che si è insediato nel nostro DNA.
A volte sono angeli custodi che ci sostengono nei momenti difficili, a volte sono demoni terrificanti che ci tormentano. I ricordi comprendono tutti i cinque sensi, perché sono fatti di immagini, odori, suoni, sensazioni sulla pelle, sapori. Ricordiamo parole soavi come una melodia o taglienti come spade, musiche che cullano o grida terrificanti, velluto che accarezza o spine avvelenate.
Il loro sapore può essere salato, dolce, acido o amaro. Possono essere come una luce che illumina il cammino, o al contrario come una luce accecante da cui ci si vorrebbe riparare.
Come vorremmo dimenticarne alcuni fatti di vergogna, insulti, rimpianti, rimorsi, spaventi, delusioni, pianti.
Cosa invece non daremmo per poter rivivere i ricordi più belli, fatti di volti amici, sorrisi, vittorie, soddisfazioni, serenità, gioia!
I ricordi sono incorporei ma la loro forza è incredibile, sembrano fragili ma sono invincibili, tanto che alcuni di loro restano in noi ben delineati anche se perdiamo la ragione. Anche un anziano malato di Alzheimer conserva alcuni ricordi ben chiari.
I ricordi sono le esperienze accumulate nel corso della vita, possono essere i nostri maestri ed insegnarci ad evitare di commettere gli errori del passato, consigliandoci il modo giusto (o presunto tale) di agire nelle varie situazioni che tutti i giorni si presentano. Ci rendono più saggi, o almeno così dovrebbe essere, ma se non li elaboriamo allora non ne trarremo niente di utile.
La dimora dei ricordi non è uno spazio finito, la nostra memoria non ha limiti, tuttavia dobbiamo mantenerli al loro posto per non rischiare che travolgano e limitino la nostra vita presente.
Quanta parte dei nostri pensieri quotidiani occupano i ricordi? A volte molta, a volte pochissima, dipende dalle giornate! Ma possono esserci momenti in cui un ricordo è talmente intenso che sembra di riviverlo davvero!
Quando raccontandoli, condividiamo i nostri ricordi con altre persone, stiamo condividendo un pezzo della nostra vita, lo stesso fanno gli altri quando ci raccontano i loro ricordi, in uno scambio che incuriosisce, stupisce e arricchisce (quando non annoia!).
Questo per dirlo in senso poetico, ma si potrebbe anche dire che i ricordi sono come una malattia inguaribile, un virus che si è insediato nel nostro DNA.
A volte sono angeli custodi che ci sostengono nei momenti difficili, a volte sono demoni terrificanti che ci tormentano. I ricordi comprendono tutti i cinque sensi, perché sono fatti di immagini, odori, suoni, sensazioni sulla pelle, sapori. Ricordiamo parole soavi come una melodia o taglienti come spade, musiche che cullano o grida terrificanti, velluto che accarezza o spine avvelenate.
Il loro sapore può essere salato, dolce, acido o amaro. Possono essere come una luce che illumina il cammino, o al contrario come una luce accecante da cui ci si vorrebbe riparare.
Come vorremmo dimenticarne alcuni fatti di vergogna, insulti, rimpianti, rimorsi, spaventi, delusioni, pianti.
Cosa invece non daremmo per poter rivivere i ricordi più belli, fatti di volti amici, sorrisi, vittorie, soddisfazioni, serenità, gioia!
I ricordi sono incorporei ma la loro forza è incredibile, sembrano fragili ma sono invincibili, tanto che alcuni di loro restano in noi ben delineati anche se perdiamo la ragione. Anche un anziano malato di Alzheimer conserva alcuni ricordi ben chiari.
I ricordi sono le esperienze accumulate nel corso della vita, possono essere i nostri maestri ed insegnarci ad evitare di commettere gli errori del passato, consigliandoci il modo giusto (o presunto tale) di agire nelle varie situazioni che tutti i giorni si presentano. Ci rendono più saggi, o almeno così dovrebbe essere, ma se non li elaboriamo allora non ne trarremo niente di utile.
La dimora dei ricordi non è uno spazio finito, la nostra memoria non ha limiti, tuttavia dobbiamo mantenerli al loro posto per non rischiare che travolgano e limitino la nostra vita presente.
Quanta parte dei nostri pensieri quotidiani occupano i ricordi? A volte molta, a volte pochissima, dipende dalle giornate! Ma possono esserci momenti in cui un ricordo è talmente intenso che sembra di riviverlo davvero!
Quando raccontandoli, condividiamo i nostri ricordi con altre persone, stiamo condividendo un pezzo della nostra vita, lo stesso fanno gli altri quando ci raccontano i loro ricordi, in uno scambio che incuriosisce, stupisce e arricchisce (quando non annoia!).
Se ci riflettiamo, in fondo tutto è un ricordo: il presente diventa passato in un attimo, tutte la azioni che compiamo ogni giorno, subito vengono archiviate tra i ricordi, anche ciò che abbiamo fatto pochi istanti fa è già un ricordo! Certamente i ricordi delle mille azioni del quotidiano non possono conservarsi a lungo, svaniscono presto, sono solo quelli emozionanti che restano con noi per sempre. Se il nostro cervello funzionasse come il computer, saremmo in grado di ricordare anche quello che abbiamo mangiato a pranzo il 27-10-1999! Sarebbe una cosa simpatica ma decisamente inutile, quindi accontentiamoci di ricordare le cose davvero importanti!
Ora basta parlare dei ricordi, vi saluto e...vado a crearmi altri ricordi, impegnandomi perché la maggior parte di essi siano belli e degni di essere conservati!
Ora basta parlare dei ricordi, vi saluto e...vado a crearmi altri ricordi, impegnandomi perché la maggior parte di essi siano belli e degni di essere conservati!
Buoni ricordi a tutti.
Commenti
Viva i ricordi, compagni fedeli della vita, coloro che quando ci invade nostalgia, ci prendono per mano e ci portano nel mondo che è stato(almeno quello che amiamo ricordare di più). Una sorta di stanza segreta dove ci rifuggiamo quando abbiamo bisogno di emozioni belle.
Bioni ricordi a te! Ciao...^.^
Non si può vivere di soli ricordi, ma è altresì triste non averne affatto.