Ricami di brina 
sui vetri, 
la prima neve 
attenua voci e
colori, 
sarà l'ultima notte
qui. 
Poi un'alba livida
ci sorprenderà 
ad arrancare 
per i sentieri 
ripidi della montagna. 
La mia giacca, 
con l'inconfondibile stella,
verrà cambiata da un
troppo grande cappotto. 
FUGGIAMO verso un futuro
di stelle vere, 
non di pezza, 
ricco soltanto 
del nostro amore, 
polvere magica 
che ci aiuterà 
ad affrontare fame, 
paura, tutto l'orrore
di questa guerra.
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Profilo Autore: Grazia Savonelli  

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Commenti  

enio
# enio 21-12-2020 13:02
la poesia è molto bella ma non capisco la mia giacca con l'inconfondibil e stella
la stella di Davide? Ebrea? :-) ciao Morgana
Grazia Savonelli
# Grazia Savonelli 21-12-2020 16:45
Certo, erano loro a portare la stella
Grazia Savonelli
# Grazia Savonelli 21-12-2020 16:48
Mio padre aveva un amico ebreo, erano scappati da Roma dopo l armistizio Badoglio. Il suo amico è stato ucciso appena tornato a casa... Mio padre era sconvolto... Così mi raccontava anni dopo mia madre... Lui non mi ha mai confidato nulla, era burbero anche se ci voleva bene.
Manuele*
# Manuele* 21-12-2020 23:09
Molto profonda; il "fuggiamo" suona più come un imperativo non come la descrizione di un presente, quindi è un invito alla rinascita

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