Oh Sicilia
come posso scordarti
scordare i tuoi cieli
e i tramonti
quando il sole
prima di tuffarsi nella notte
indora il tuo mare.
E come posso scordare
Segesta e Selinunte
dove ancora vive
antica la storia
e Piazza Armerina
lo stupore dei suoi mosaici
ricamati dalle mani
di chi ha inventato la bellezza.
E del maestoso Etna
così amato e temuto
che illumina la notte
sputando in cielo
la sua anima di fuoco
come mi posso scordare.
E dei tuoi dolci e della cucina
e dei vini raffinati
benedetti dal Dio Bacco
che a Marsala si è ubriacato.
E come posso scordare
l’amicizia vera
della gente siciliana
la sua ospitalità
che fa tua la loro casa.
No non si può scordare
ciò che si ama e fa pulsare
e quello scampolo di cuore
che della tua terra vive e respira.